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Niente Kirchner, lei è Cfk: ribelle, capricciosa e vincente

Quattro anni fa si scherzava dicendo che il futuro dell’Argentina era simile allo sguardo del suo neo-presidente, Néstor Kirchner, ossia, strabico, con ciascun occhio puntato in una direzione diversa. Ambiguo, imprevedibile, sfuggente e obliquo. Erano tempi duri per il paese gaucho. Gli argentini erano ancora a  terra a causa della crisi economica e diffidenti verso una classe dirigente (Menem, De la Rúa, Duhalde & company) che inginocchiò un popolo abituato a vivere nella stabilità. I professori universitari vendevano per strada i suoi libri per riuscire a mangiare qualcosa, mentre i risparmi di una vita erano bloccati nelle banche.

Adesso invece sembra che il futuro dell’Argentina abbia i tacchi alti e curi il proprio aspetto con grande attenzione. Quella che fino a poco tempo fa era solo la parte più attrattiva e carismatica di Kirchner, la moglie Cristina Fernández de Kirchner, avanza oggi con i propri passi verso le votazioni di ottobre 2007. A poco più di una settimana dall’ufficializzazione della sua candidatura presidenziale, CFK, prima lady ma anche senatrice della Repubblica Argentina, gode del 50% dei consensi, stando ai recenti sondaggi. Il doppio di quanto preso da suo marito nel 2003. Un indice che basterebbe a  farla diventare la prima donna presidente dell’Argentina al primo turno.

CFK ha 54 anni e due figli, Florencia e Máximo. Ha sposato Néstor Kirchner più di 30 anni fa, erano compagni di studi. È avvocatessa ed è stata deputata due volte nel freddo stato di Santa Cruz, dove suo marito era governatore. Come senatrice della provincia di Buenos Aires, CFK giocò un ruolo importante nella candidatura di suo marito. C’è chi racconta che è stata proprio lei ad spingerlo a rischiare e buttarsi nelle ormai lontane elezioni del 2003.

Questa volta, però, è il “pinguino” Kirchner – chiamato così per il suo passato come governatore del gelido stato di Santa Cruz – ad aver “spinto” la sua compagna di vita e militanza politica nella grande corsa. “Tornerò come presidente o come primo cavaliere”, ha detto Kirchner in un intervento pubblico nel 2006, dove assicurava che la prossima presidenza dell’Argentina sarebbe andata al “pinguino” o la “pinguina”. Kirchner, che all’università non riusciva a prendere gli stessi voti della moglie, ha rinunciato alla possibilità di ricandidarsi , lasciando che il suo partito Frente para la Victoria, in coalizione con il partito Justicialista di Juan Domingo Perón, concentrasse il proprio appoggio su CFK.

Quest’ultimo gruppo politico, alla fine degli anni novanta, aveva espulso CFK per la sua ferrea opposizione contro l’allora presidente peronista Carlos Menem. Perché La Kirchner – che odia essere chiamata così – non fa differenza tra alleati e avversari quando vuole criticare qualcuno. Il tempo ha sancito che le critiche di CFK a Menem erano giuste.

Sotto molti aspetti, CFK presenta caratteristiche diverse dal marito. Ha una grande capacità oratoria e di socializzazione, lontana dalla timidezza caratteristica del presidente argentino. Intervenire durante un discorso di un parlamentare è un’abitudine comune nel Senato argentino, che permette ai senatori di dire la loro, dopo aver alzato la mano, in maniera rapida per stimolare il dibattito. La tradizione però non ha spazio quando CFK parla. Lei non si lascia interrompere da nessuno, mentre interrompe gli altri e  non rispetta i tempi prestabiliti. È una donna testarda, di gran carattere, capace di tenere testa a consumati politici.

Al contrario di Néstor Kirchner, che si è rinchiuso nell’Argentina allontanandosi delle istituzioni internazionali, la candidata viaggia in continuazione. Con grosse spese che sono state oggetto di dure polemiche da parte dell’opposizione. Ha incontrato la omologa Hillary Clinton,  la ex-candidata francese Ségolène Royal, i presidenti José Luis Rodríguez Zapatero, Hugo Chávez, Rafael Correa, Felipe Calderón e Michel Bachelet – che ha una carriera politica molto più lunga e complessa, per risparmiare comparazioni scontate.

CFK è andata a trovare anche i re di Spagna che, nel loro riposo d’estate nel Palacio de Marivent in Palma de Mallorca, hanno ricevuto solo la primera dama dell’Argentina e riceveranno ad agosto la famiglia Clinton. In tutte i paesi dove è andata, CFK è stata ricevuta come un capo di Stato. Anche se non è ancora entrata alla Casa Rosada come presidentessa, è qualcosa di più di una “primera dama” o, meglio, come “prima concittadina”, come le piace auto-definirsi. Sarà un caso, ma le richieste di interviste, che per principio non rilascia, sono inoltrate dalla sua segreteria del Senato direttamente al portavoce della presidenza. La figlia Florencia di 17 anni di età, costretta dai genitori a non rilasciare interviste, opta per il suo blog “Dinastia Kennedy” per raccontarsi.

Cristina sta molto attenta a non dare un’impressione di chi sta troppo attenta alle sue preferenze in materia di moda, alle diete, alla pratica di pilates, alle strane richieste che fa sull’acqua speciale che beve. Non vuole essere catalogata come frivola ed eccentrica, ma salta alla vista l’attenzione che dà alla sua apparenza. È ossessionata dal suo aspetto, in particolare dei capelli e della pelle. Si fa istallare specchi nei posti più impensabili e, come se non bastasse, chiede ripetutamente ai suo collaboratori: “Come ho i capelli?”.

Il giornalista argentino José Ángel di Mauro, autore di “Cristina K, una dama rebelde”, una delle prime biografie della candidata, racconta che prima di diventare first lady, Cristina fumava in continuazione, senza riguardo agli avvertimenti sulla sua salute. Il giorno che le hanno detto i danni che il vizio della sigaretta può causare alla pelle ha smesso immediatamente. E ha fatto smettere di fumare al marito e alla gente che le sta attorno.

Sebbene le somiglianze con la mitica Evita Perón siano tante, CFK prova ad approfondire le differenze. Nella recente visita in Spagna, CFK ha detto: “Evita ed io ci differenziamo perché tutto quello che ho avuto me lo sono guadagnato con i voti… sento una profonda ammirazione per Evita Perón, ma lei è unica, irrepetibile. Per la sua personalità e le sue circostanze… Io non voglio ereditare niente da nessuno. Né di Evita, né di Kirchner, da nessuno”.

Una retorica ferma e allo stesso tempo contraddittoria, visto che il programma di governo annunciato si fonda sulla continuità al recupero economico degli ultimi anni, iniziato, logicamente, dal suo predecessore, nonché marito, Néstor Kirchner. Solo il prossimo 28 ottobre si saprà con certezza il futuro presidente dell’Argentina. Probabilmente l'”era K” avrà una seconda parte. Migliore? Sicuramente con lo sguardo più aperto al resto del mondo. E molto truccato.

Il Riformista, 30 luglio del 2007

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