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Obama come Kennedy?

Manca una manciata di giorni al Big Tuesday del 5 febbraio. Giorno in cui sostanzialmente si decideranno i candidati Republicans e Democrats per le presidenziali americane del 2008. In quell’occasione gli elettori sulle schede troveranno anche Rudolph Giuliani, che finora è stato nell’ombra e ha sostanzialmente fatto fare da apripista a McCaine. Sabato in South Carolina è, però, successo qualcosa di imprevedibile. Barack Obama ha sconfitto Hillary Clinton, ma non è stata una sconfitta di misura, bensì una sconfitta schiacciante. Circa il 70% dei cittadini di colore hanno preferito Obama all’ex first lady americana ed in America si riapre il dibattito “razziale”. Come e quanto peserà il voto degli afro-americans? Si può parlare di una questione razziale tra Hillary e Obama? Una cosa è certa, gli elettori della Carolina del Sud non hanno gradito le interferenze del marito di Hillary, Bill, nella campagna denigratoria contro Obama, che ne è uscito come una vittima sacrificale e con il sacco pieno di voti. La notizia è, però, l’appoggio della figlia di John Fitzgerald Kennedy. Caroline Kennedy vede in Obama un nuovo leader, capace di credere nel sogno americano, e quindi di realizzarlo. Dopo il sostegno di John Kerry, ora per Barack Obama l’appoggio dei Kennedy lo mette in pole per le presidenziali, e anche Veltroni lo cita, proprio con una delle sue frasi più celebri (nonchè kennedyane) di questa campagna elettorale. Forse Hillary comincia a tremare sul serio.

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