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Missioni militari all’estero: spuntano come i funghi

 «Vogliono assumersi loro la responsabilità di lasciare il nostro paese senza un Governo quando ci sta per cadere addosso la crisi economica, quando si dovrà sparare nel Kosovo e sta per ricominciare la guerra tra gli Hezbollah e Israele?» aveva chiesto Francesco Cossiga alla vigilia della caduta del Governo Prodi.

A che cosa si riferiva l’ex presidente della Repubblica?

Oggi il Consiglio dei Ministri uscente ha votato per il rifinanziamento delle missioni militari all’estero, nelle aree “calde” del pianeta.

L’esecutivo ha dato l’ok a questo decreto legge, anche se mancavano i ministri della sinistra pacifista.

Ferrero, ministro della Solidarietà sociale di Rifondazione comunista, spiega che sull’Afghanistan ci sarà una verifica in Parlamento e nella stessa sede si discuterà di ogni singola missione, perché ognuna di queste ha peculiarità estremamente differenti.

E infatti Giovanni Russo Spena chiarisce: «Le situazioni in Afghanistan, Kosovo, Libano, Sudan, Somalia sono troppo diverse tra loro. Occorre analizzare ognuna di queste missioni e verificare se e dove è necessario un cambiamento delle strategie internazionali».

Resta un dubbio: da dove spunta la missione militare in Sudan?

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