Welfare assassino

La notizia è talmente strana da esser stata rimbalzata da una nazione all’altra, facendo il giro del mondo in pochissime ore. A 49 anni Duncan Gibb, scozzese di Montrose muore. Dopo esser stato aggredito all’età di 18 anni, si era malato di agorafobia (dal greco paura della piazza, degli spazi aperti). Colpito da profonda depressione si era costretto per 30 anni a “reclusione volontaria” in casa. «Aveva giurato che non sarebbe più uscito, e ha mantenuto la parola per 30 anni», ha dichiarato la madre Christina Gibb al Daily Telegraph. Senza dir nulla a nessuno ha deciso di sfidare il suo grande nemico: la paura. Probabilmente il suo cuore non ha retto ed è deceduto. «Si teneva occupato: aveva una grande televisione e ascoltava tanta musica. Non posso credere che sia uscito così, senza dire nulla», commenta incredula la madre. La polizia ha dichiarato “non sospette” le circostanze di questa morte. Ma forse qualcuno dovrebbe essere iscritto sul registro degli indagati: i servizi sociali. Dov’era il tanto osannato british welfare quando Duncan si ammalò in seguito all’aggressione? Possibile che un uomo si sia “autocurato” per tre lunghe decadi all’ombra di un sistema sociale ritenuto tra i migliori in tutto il mondo? Se c’è qualcuno che dovrebbe essere interrogato è proprio “il sistema”.