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Una matrioska al contrario

Vladimir Putin ha oggi affermato per l’ennesima volta la sua intenzione di restare al centro della vita politica russa. Dichiarazione quasi ovvia dopo la dimostrazione di forza data dal presidente uscente, “eleggendo” Dimitrij Medvedev a suo successore e “nominando” se stesso alla guida del prossimo governo.

Sarebbe allora da chiedersi il perché di queste dichiarazioni a ripetizione. Non certo per ribadire le modalità russe della successione al trono. Nel tandem che si appresta a gestire la politica del grande paese slavo una debolezza esiste certamente. Medvedev è una delle poche persone vicine a Putin a non avere legami con l’Fsb, i servizi segreti federali. I “siloviki” hanno mal digerito il cambio dello status quo. Un terzo mandato di Putin  avrebbe garantito loro che cariche politiche e prebende economiche sarebbero rimaste invariate.

Il fatto che il presidente ancora in carica abbia invece deciso di non violare la lettera della Costituzione rinunciando a ricandidarsi, è stato vissuto come un’imposizione da tutte le strutture militari del paese. Questo, sommato alla debolezza di Medvedev, potrebbe spiegare le numerose dichiarazioni di Putin. Tutti devono sapere che nonostante il cambio il vero uomo forte, il leader nazionale, continuerà ad essere lui.

Ma se l’ex capo di Gazprom è così debole, perché è stato designato alla successione? Si potrebbe rispondere che Putin non vuole che i servizi amplino il loro già enorme potere. Dunque Medvedev come contrappeso ai siloviki. Ma come potrà il nuovo presidente bilanciare  una struttura in cui agirà isolato? Di chi fidarsi, su chi poggiarsi se non sullo stesso Putin?

Politica della matrioska? Forse, ma con una particolarità. Se ogni matrioska ne nasconde un’altra sempre più piccola, con quella della politica russa avviene il contrario. Più si va avanti, più aumentano le dimensioni del personaggio contenuto.

Al di la di ogni gioco di prestigio, la vera sfida per Putin è subordinare le “strutture della forza” russe al nuovo presidente. Ci riuscirà? Questa è la vera questione del paese.

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