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Sinistra: simbolo nuovo di “zecca”

I “mille partitini” oggetto di scherno da parte del centro sinistra con il suo Pd potrebbero dar filo da torcere. Perché? La ragione è molto facile: non correranno disuniti ma sotto un unico grande partito: la Sinistra Arcobaleno.

“On s’angage”, ci impegnamo, dichiara Fausto Bertinotti. La sinistra radicale presenta simbolo e il candidato alla presidenza del Consiglio: via falce e martello e Bertinotti a capo di una nuova sinistra democratica ed ecologista, nel segno dell’arcobaleno. “Non è solo una sfida elettorale – avverte Bertinotti – vogliamo far nascere una nuova sinistra in Italia che cambi la società e non si arrenda a un duopolio che cancellerebbe la sinistra in Italia”.

La grossa novità che ha destato sorpresa è stata la mancanza di falce e martello nel simbolo scelto. Ma il presidente della Camera, rievocando l’esperienza del Fronte Popolare, risonde con “un pizzico di civetteria”: “Anche Togliatti e Nenni alle elezioni del ‘48 decisero di mettere da parte quel simbolo per andare insieme alle elezioni sotto il volto di Garibaldi inserito in una stella”. Ma il suo non è un volta faccia al simbolo che ha accompagnato le lotte di intere generazioni italiane: “Chi ha vissuto quel simbolo come segno di una storia importante, lo può tenere con sè e portarselo dentro. Nessuno deve sentirsi privato, anzi da quella storia si parte per fare qualcosa di nuovo”.

La stoccata di Fausto a Walter: “C’è preoccupazione perchè la sinistra rischia di essere cancellata da una americanizzazione della politica italiana che segnerebbe la fine di una grande storia, cancellerebbe la sinistra e tutte le domande di cambiamento della società”. Proprio ieri sera, Bertinotti, ospite di Ballarò aveva risposto così alla domanda ‘Preferisce che vinca Berlusconi o Veltroni?’: “Preferirei che non vincesse Berlusconi!”.

C’erano proprio tutti alla conferenza stampa del caratteristico caffè Fandango di piazza di Pietra, a Roma. Leader e deputati di Prc, Pdci, Sd e Verdi. L’unico assente giustificato era il ministro Fabio Mussi, sottoposto ad operzione chirurgica ad un rene, a cui Bertinotti ha mandato i migliori auguri di pronta guarigione. Curiosi, politici di tutt’altra bandiera e tanti, tanti giornalisti, hanno affollato il caffè Fandango. Pieno come un uovo, il bar, non si è rivelato il posto migliore per una conferenza stampa. Tutti i presenti sbuffano. E Bertinotti sdrammatizza: “È un luogo affascinante ma un po’ disagevole, ma dà il segno che l’impresa è difficile, e un po’ incasinata”.

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