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Pechino 2008: a che gioco giochiamo?

In realtà a rompere il silenzio non è stato oggi Sarkozy. Sulle pagine del Sunday Times della scorsa domenica, infatti, era già comparso un editoriale firmato dall’ex ministro britannico della Difesa Michael Portillo. Qui Portillo aveva paragonato le Olimpiadi di Pechino a quelle di Berlino del 1936, quando ad organizzare i giochi era stata la Germania nazista di Adolf Hitler. “Tibet: l´occidente può usare le Olimpiadi come un’arma contro Pechino”. Così, tre giorni fa, Portillo ammoniva duramente i leader mondiali, colpevoli – a suo dire – di avere ignorato “il curriculum cinese in materia di diritti umani”.
La reazione della Cina non si è fatta attendere. La Repubblica popolare ha definito la posizione di Portillo “un insulto al popolo cinese ed un insulto alle nazioni di tutto il mondo”. Qin Gang, portavoce del ministro per gli esteri, in una nota ha affermato che “la fiamma olimpica rappresenta le speranze ed i desideri di tutta l´umanità, ma serve anche per illuminare il buio e la spregevole psicologia di certa gente che con il suo operato rivela l´esatta natura degli abitanti di questo pianeta”. Cosa intendesse esattamente per “esatta natura degli abitanti di questo pianeta” è ancora un mistero. La Cina nel frattempo irrigidisce apertamente le sue posizioni: “fermamente contraria” a qualsiasi contatto tra il Dalai Lama e dirigenti francesi durante la prossima visita del leader tibetano a Parigi.
Ma il tema che domina il dibattito internazionale si focalizza su una domanda chiara e semplice: “boicottaggio sì o no”?
Il presidente francese ipotizza il boicottaggio limitato alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Una pressione che Sarkozy vorrebbe adottare per porre fine alla repressione in Tibet.
“Non siamo più tibetani dei tibetani” raccomanda il ministro degli affari esteri Bernard Kouchner attraverso l´intervista al quotidiano “Le Parisien-Aujourd´hui en France“. Kouchner avanza e rilancia: “Sarebbe formidabile se l´Ue adottasse una posizione comune sulla faccenda”.
Dal Belgio parla il vice premier e ministro delle finanze. In un’intervista sulla prima pagina del quotidiano Le Soir, Didier Reynders tuona: “Non si può mai escludere il peggio”. Con ciò a voler intendere, neanche troppo “tra le righe”, la possibilità di un boicottaggio totale delle olimpiadi cinesi.
C’è chi poi ritiene importante ricordare come il boicottaggio delle olimpiadi di Mosca del 1980 non sortirono alcun effetto. Dunque, perché metterlo in atto questa volta?
La prossima data certa è venerdì, quando, in un vertice Ue, i ministri esteri europei dibatteranno sull’opportunità o meno di una posizione comune sulla questione Olimpiadi di Pechino.
Dunque, boicottaggio sì o no?
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