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Borse: lunedì di panico

Crollo dei titoli. In Europa non accadeva dal 2005. 304 miliardi di euro andati in fumo. Quello che ieri ha colpito i mercati finanziari è stato un terremoto che ha avuto forti ripercussioni in tutto il mondo.
A scatenare l´onda d´urto è stata la mossa a sorpresa di ieri della Federal Riserve: il taglio del costo del denaro. Poi l´annuncio di due iniziative straordinarie poco prima dell´incontro del Federal Open Market Committee (Fomc). In questo “board” di politica monetaria, previsto proprio per oggi, ci si attendeva un taglio dello 0,5% dei Fed Fund. Ma Ben Bernanke, il numero uno della banca centrale americana, di fronte alla crisi di Bear Stearns, ha optato per manovre tali da porre le basi per una rinnovata crescita economica. Da qui la scelta della Fed di tagliare “a sorpresa” il tasso di sconto di 25 punti base (al 3,25%) e creare linee di credito (in vigore per almeno sei mesi e prorogabili a condizioni di garanzia) per “migliorare la capacità dei principali operatori di versare risorse al settore delle cartolarizzazioni”. La Fed ha inoltre stabilito l´aumento da 30 a 90 giorni della durata massima dei primary credit.
A New York, dunque, si è imposto il ribasso. Il Dow Jones riesce a non precipitare irrimediabilmente grazie al guadagno del 10% di JPMorgan, che compra subito Bear Stearns al 90% in meno della quotazione di Borsa della settimana precedente. Giappone ed Europa ne escono schiacciati. La paura non lascia indenne anche il prezzo del petrolio, sceso dal nuovo record di 111,80 dollari a 106,04. Un´ampia crisi che, come il gioco del domino, sembra non avere fine. Il Washington Post questa mattina apre con “la sfiducia degli investitori sulle principali società quotate in borsa, dopo il piano per il salvataggio pilotato della Bear Stearns da parte di Jp Morgan”. Il New York Times, invece, sottolinea il nervosismo di Wall Street “nonostante gli sforzi della Federal Reserve di riportare un po´ di ordine nel sistema finanziario Usa” per evitare il collasso. Ora, dice il quotidiano americano, “i mercati guardano avanti”. In un editoriale pubblicato oggi sul Financial Times, Alan Greenspan, ex presidente della Fed, afferma: “L´attuale crisi finanziaria negli Stati Uniti verrà probabilmente giudicata come la più grave dalla fine della seconda guerra mondiale. La crisi finirà quando i prezzi delle case si stabilizzeranno e con essi anche i prezzi dei prodotti finanziari collegati ai prestiti ipotecari”.
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