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La strenua difesa brasiliana dei biocarburanti

Il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva ha l’opinione pubblica internazionale contro ma non molla nella sua convinzione: i biocarburanti rappresentano una opzione giusta e conveniente di energia alternativa. 
 
Sulla crisi alimentare, il Brasile ha una posizione blindata, perché crede nell’esistenza di strumenti per produrre più cibo e soddisfare i popoli affamati. In questo senso, il numero della rivista Formiche di giugno pubblicherà un articolo del ministro dello Sviluppo agrario del Brasile, Guilherme Cassel, sulle proposte del Brasile per aumentare l’agricoltura familiare nello speciale sulla crisi alimentare.
 
Ma prima di fare la battaglia al congresso della Fao tra il 3 e il 5 giugno a Roma, Lula da Silva presenta gli argomenti che sostengono le sue tesi in Centroamerica, dove l’aumento degli alimenti è un tema di costante dibattito e dove si svolge l’incontro del Sistema di integrazione centro-americana (Sica), un progetto che intenta integrare gli sforzi dei paesi come El Salvador, Honduras, Guatemala, Nicaragua, Panama, Repubblica Dominicana, Costa Rica e Belize.
 
L’ambizioso progetto d’integrazione continentale, di cui non vuole fare parte come leadership ma che vuole sponsorizzatore, è un’idea che il Brasile condivide con il Venezuela, Nicaragua, Bolivia e Argentina, principalmente. Oltre alla espansione dello sviluppo nell’incontro si tratteranno anche temi come l’accordo commerciale tra Mercosur (da cui sono membri Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay e Venezuela) e il Centroamerica.
 
Il Brasile è il principale produttore di etanolo a base di canna da zucchero. Un elemento abbondante, che non forma parte della dieta tradizionale dei latinoamericani come invece il mais.
 
In quanto all’Ue, Lula da Silva ha chiesto che sia più flessibile relativamente all’accesso al mercato agricola europeo per facilitare i paesi dell’America latina, l’Africa e l’Asia nell´esportazione dei loro prodotti verso il mercato comunitario.
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