Con il prezzo del petrolio che continua a salire, conviene fermarsi un momento e riflettere su quali siano le cause di questa improvvisa febbre che attraversa i mercati internazionali.
Sono in molti a pensare che gli aumenti degli ultimi mesi siano causati da operazioni di tipo speculativo. Tony Hayward, Chief executive officer (Ceo) di Bp, ha un´opinione diversa e, sul Financial Times di oggi, spiega come l´aumento sia determinato dalla normale interazione tra domanda e offerta aggregata.
Mentre la domanda mondiale di energia fa registrare un aumento costante del suo tasso di crescita da ormai cinque anni, i livelli di produzione tendono, al contrario, a diminuire. Secondo Hayward, l´unico modo per invertire questa tendenza è permettere alle compagnie petrolifere di aumentare la propria produzione.
Non potendo influire sulle scelte dell´Opec, per il Ceo di Bp la soluzione consiste nell´effettuare nuovi investimenti nei Paesi Ocse. Hayward si dice pronto a farlo in prima persona, ma chiede ai governi occidentali di creare un clima favorevole ad una strategia di questo tipo, rimuovendo le barriere che bloccano gli investimenti nelle infrastrutture e in nuove tecnologie, migliorando l´accesso alle risorse e modernizzando la struttura della tassazione a cui le imprese energetiche sono sottoposte.
Dunque, mentre in Italia ci si interroga sull´opportunità di aumentare la tassazione del settore energetico e di quello bancario, uno dei maggiori player globali invoca a gran voce interventi di segno opposto perché, a suo modo di vedere, quando gli investimenti vengono favoriti, i produttori rispondono sempre in modo positivo, contribuendo a far calare il livello generale dei prezzi.
