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Il mito tardo-romantico del terrorismo ‘giusto’

Mentre Ingrid Betancourt incontra il segretario del Pd, Walter Veltroni, e realizza uno dei suoi più grandi desideri, incontrare Papa Benedetto XVI, in Colombia continuano le indagini sui rapporti tra le Farc e Rifondazione Comunista. Nonostante il partito abbia dichiarato che i contatti sono stati tenuti sempre nel massimo rigore dettato dall’ufficialità, il governo colombiano accusa i rappresentanti di Rifondazione di parlare con le Farc nell’ombra. Il portavoce della Casa Nariño dichiara che sono avvenuti molto più di meri contatti politici e che si procederà allo studio delle tracce incontrate nel computer del capo delle Farc, Raúl Reyes, ucciso a marzo durante un blitz militare in Ecuador.
Intanto, alla domanda se le Farc sono o non un’organizzazione terrorista, Paolo Ferrero, neo-segretario di Rifondazione Comunista, risponde al Corriere della sera: “Non lo sono in relazione alla situazione concreta, e drammatica, del loro paese. Dove, per dirne una, imperversano gli squadroni della morte, con i quali il governo colombiano ha molti punti di contatto”.
Per dirne un’altra, all’alba di questo lunedì le Farc hanno ucciso cinque persone, ferendone altre 26, in un attentato con auto-bomba al palazzo di Giustizia della città di Cali. Un’azione che non ha altra etichetta se non quella di terrorista.
Le Farc hanno fatto circolare un comunicato attraverso il quale comunicano una serie di attacchi che rispondono all’operativo militare “Jaque”, che ha ridato la libertà all’ex-candidata presidenziale Ingrid Betancourt.
La Betancourt non ha ancora dichiarato nulla sulla faccenda Farc-Rifondazione, anche se i giornali hanno fatto esplodere il caso con titoli come: “Così Rifondazione aiutò i rapitori della Betancourt” (www.repubblica.it). Ingrid ha preferito conversare a lungo con il premio Oscar Roberto Benigni e fare il suo giro di visite nel migliore stile da capo di Stato. Speriamo che nelle prossime ore si faccia sentire.
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