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Corpo e anima

Ma il costituendo Pdl avrà un’anima? In altri termini: riuscirà ad esprimere una visione del mondo, della vita, della politica ed intervenire unitariamente e dunque con efficacia sui grandi temi planetari, che sono economico-sociali, ma anche culturali e morali che ci tengono in apprensione? L’interrogativo è tutt’altro che peregrino a fronte dell’assenza fin qui di un dibattito pubblico su quello che immaginiamo dovrebbe connotarsi come “partito globale”, strutturalmente tradizionale poiché non riusciamo ad immaginare altre forme nelle presenti circostanze, ma con una forza espansiva della proposta politica infinitamente più ambiziosa rispetto a come si sono atteggiate le vecchie formazioni politiche davanti all’incalzare della modernità. Francamente pensavamo che ci si dovesse appassionare molto di più a questi aspetti piuttosto che alle questioni di leadership, di quote di partecipazione negli organigrammi del nuovo soggetto, di cavilli statutari (pur importanti).

Non è andata così e ne prendiamo atto con rammarico. Il partito unico del centrodestra nascerà e speriamo che ci sia tempo, superata, senza entusiasmi, la fase burocratica, per l’avvio di una concreta “fusione a caldo” che fissi nel panorama politico una forza permanente e stabile, non legata al politicismo contingente, né al personalismo, con una sua interiore consapevolezza
destinata ad alimentarne la vita nei decenni che verranno. Perciò il “partito globale” a cui pensiamo dovrebbe essere, se ci si consente il paradosso, “gramsciano” e conservatore allo stesso tempo, per il primato della cultura che dovrebbe esprimere intorno alle grandi tematiche etiche e civili e votato alla ricerca degli “affini” sul piano valoriale per attivare la conservazione di ciò che non è effimero nella vita degli uomini e delle società.

Vasto programma, avrebbe detto il generale De Gaulle. Ma, con tutto il rispetto di chi si affanna nel dare una struttura al partito unico del centrodestra, prescindendo dai contenuti, crediamo che la politica, soprattutto oggi, ha un senso se è capace di accettare le sfide che vengono dagli ambiti più disparati e che sfuggono al controllo ed alla partecipazione del popolo. Incanalare tutto questo magma in alvei democratici potrebbe essere la “missione” di un movimento capace di cogliere nelle trasformazioni del nostro tempo la sua occasione per farsi promotore di un ordine che concili le esigenze della modernità con quelle della tradizione. Diversamente, ditemi perché bisognerebbe mettere in campo, con tanti sforzi, un partito privo di un’anima “formativa” nella quale dovrebbero muoversi passioni, emozioni, fantasie creatrici, suggestioni. E tutto quanto attiene alla psicologia delle folle che amano classi dirigenti protese nell’impossessarsi dell’avvenire. Con spirito avventuroso.

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