Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Più di un’economia emergente

La divisione del mondo in Paesi sviluppati, in via di sviluppo e poveri rappresenta oggi uno schema classico – di fatto antistorico – da rompere. Negli ultimi decenni, ormai, sono comparsi e si sono consolidati sulla ribalta internazionale – da protagonisti – Paesi che ancora oggi noi consideriamo, vittime come siamo di un lessico provinciale, “economie emergenti” e che fino a qualche anno fa rientravano secondo i nostri parametri nel novero dei “Paesi in via di sviluppo”. Realtà come la Cina, l’India, il Sud Africa, il Messico ed il Brasile dimostrano, non solo economicamente, che lo sviluppo debba essere interpretato “senza latitudini” e che la interrelazione fra sistemi-Paese ci obbliga, che ci piaccia o no, a fare i conti con chi è solo apparentemente distante da noi.
Ciò premesso, il Brasile, in questo nuovo contesto geopolitico ed economico, è senza dubbio un Paese a cui molti guardano con interesse perché si è dimostrato più di altri capace di comprendere ed affrontare le nuove sfide che la crisi ha posto sul tavolo della comunità internazionale. Ritengo che la mossa vincente dell’approccio brasiliano sia stata non solo quella di non rassegnarsi a questa stagione senza precedenti ma, anzitutto, di aver compreso che dalle crisi nascono sempre delle opportunità positive e in questo senso hanno ripensato in maniera totalmente innovativa le teorie e le pratiche dello sviluppo guardando ai problemi connessi alle dinamiche dello sviluppo medesimo.
 
Certamente, per ottenere questi risultati, il Paese ha potuto contare su una classe dirigente matura che ha saputo superare il divario tra la velocità dei processi economico-finanziari e la lentezza della politica e delle istituzioni, recuperando poi sul piano culturale una “cultura del convivere” che permette di guardare al mondo come una realtà integrata.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: negli otto anni di presidenza Lula, sono stati creati oltre 12 milioni di posti di lavoro nel settore formale, che hanno comportato un significativo calo della povertà per una popolazione già assistita dai sussidi della Bolsa familia, il programma di politica sociale messo in atto dal governo per combattere la diseguaglianza dei redditi, che ha inoltre permesso un aumento della frequenza scolastica dei bambini ed una regolarità delle visite mediche.
Sul piano squisitamente economico, il Brasile vanta poi una crescita del 9% nel primo trimestre del 2010, con una recessione che pare solo avere lambito il Paese con un 0,2% e con un export che per il 65% viaggia verso i giganti asiatici divenuti ormai il principale approdo. Una eredità che Luiz Inacio Lula da Silva ha appena ceduto nelle mani del suo ex capo di gabinetto, Dilma Rousseff eletta presidente lo scorso ottobre a conferma che i brasiliani, non potendo più votare per la persona (Lula avendo già avuto due mandati, non era più rieleggibile), hanno scelto di votare per i suoi risultati. Una forza ed una dinamicità che hanno consentito al Brasile di diventare la nazione che oggi gioca un ruolo di player in ambito internazionale superando i confini oceanici e che ospiterà i due principali eventi sportivi mondiali dei prossimi anni, i campionati mondiali di calcio nel 2014 e le Olimpiadi nel 2016, su un territorio che, non rinunciando al suo sviluppo, vanta la più ampia estensione di foresta primaria.
 
L’Italia conserva un grande legame umano con questo Paese – testimoniato dai venticinque milioni di cittadini brasiliani di origine italiana – ed un vasto patrimonio di relazioni bilaterali (voglio ricordare il regolare svolgimento dal 2006 delle riunioni del Consiglio italo-brasiliano di cooperazione economica, industriale, finanziaria e per lo sviluppo, quale meccanismo per l’intensificazione dei flussi d’investimento e l’ampliamento dell’interscambio bilaterale), condividendo inoltre valori come il rispetto dei principi democratici e dei umani e continua ad impegnarsi per la difesa della pace, della sicurezza internazionale e della promozione dello sviluppo accompagnato da giustizia sociale. Tutti temi che sono stati rafforzati con l’accordo di partenariato strategico dello scorso aprile, che non ha mancato di tenere conto di temi quali il turismo, l’energia e la cooperazione culturale: per quanto riguarda il turismo, Italia e Brasile collaborano con particolare enfasi sull’attuale domanda di prevenzione dello sfruttamento sessuale di bambini e di adolescenti, sullo scambio di informazioni e statistiche e sull’internazionalizzazione delle imprese turistiche. Quanto all’energia, si stanno sviluppando progetti di politica energetica in relazione alle fonti rinnovabili e al risparmio energetico, ribadendo il loro impegno a promuovere la creazione di un mercato internazionale per i biocombustibili. Infine, in considerazione dei profondi legami storicoculturali, i due Paesi sono impegnati per l’incremento della collaborazione in quest’ambito con l’elaborazione del Programma esecutivo culturale e con il lancio di un ampio programma di eventi che avranno luogo nel territorio brasiliano a partire dal prossimo anno.
×

Iscriviti alla newsletter