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Per una mobilità a rischio accettabile

Gli incidenti stradali sono la più grande tragedia del nostro Paese. A causa dell’incidentalità stradale, ogni giorno dodici persone escono di casa e non vi fanno mai più ritorno. Ogni due ore sulle strade italiane si spegne una vita e, in un terzo dei casi, si tratta di una giovane vita. Assistiamo ad una vera e propria strage a puntate che, per dimensioni, è superiore a qualunque calamità naturale abbia toccato l’Italia negli ultimi decenni. Di fronte a questa situazione, di fronte a queste cifre, non possiamo restare fermi, ma dobbiamo agire con decisione. Gli incidenti stradali non sono una casualità, non “capitano”, ma nel 20% dei casi sono provocati dallo stato delle infrastrutture e per l’80% da errati comportamenti umani. Grazie alle recenti modifiche, il codice della strada prevede sanzioni pesanti per chi causa incidenti commettendo infrazioni gravi. Manca, però, la certezza della pena. Si tratta di una situazione insostenibile che non possiamo più tollerare. È tempo che si arrivi alla modifica del Codice penale introducendo una fattispecie normativa che regoli il reato di violenza stradale, soprattutto quando si causano morti o feriti, a seguito di infrazioni molto gravi.
 
Quella contro gli incidenti stradali è una guerra che si può vincere e, soprattutto, che si deve vincere perché in ballo c’è un diritto sacrosanto per un Paese civile: quello alla mobilità a rischio accettabile. Come si può vincere? Innanzitutto dobbiamo cambiare la nostra mentalità, impostando una nuova cultura delle regole. È indispensabile che ci rendiamo conto che, quando siamo al volante, ci sono delle regole da rispettare. Sempre. Se questo non avviene, rischiamo di ucciderci o di uccidere.
Per una nuova cultura delle regole serve l’impegno di tutti, è indispensabile cioè “fare sistema”, con il pieno coinvolgimento di tutti gli attori principali del nostro Paese, dal mondo imprenditoriale a quello istituzionale. In questa battaglia è fondamentale l’apporto dei media, perché sappiano raccontare, coinvolgere e sensibilizzare gli italiani verso condotte di guida corrette e verso il rispetto delle norme di sicurezza stradale.
 
È per questo motivo che, anche quest’anno, la Fondazione Ania per la sicurezza stradale ha deciso di impegnarsi in una campagna di comunicazione e sensibilizzazione declinata su tutti i media. Dopo avere affrontato nel 2009 il problema della velocità e dell’alcol alla guida e nel 2010 la distrazione al volante, quest’anno ci siamo voluti concentrare proprio sull’importanza del rispetto delle regole al volante. A fornire lo spunto alla campagna di comunicazione del 2011 è stata una ricerca realizzata dalla Fondazione Ania, in collaborazione con l’Ispo, sulle abitudini degli italiani e sul rispetto delle regole della strada. Da questa indagine demoscopica risulta che nove italiani su dieci dichiarano inaccettabile violare le regole della strada ma, al tempo stesso, sette su dieci affermano di commettere infrazioni quando sono al volante. Un buon numero di italiani (il 47%) dichiara addirittura di infrangere spesso le regole della strada. La ricerca fornisce, dunque, un quadro preoccupante dei guidatori italiani che pur percependo i rischi al volante mettono in pratica comportamenti irresponsabili che provocano ogni anno oltre 4mila e 200 morti e un milione di feriti.
 
Dall’indagine realizzata in collaborazione con l’Ispo, oltre ai dati già citati, è emerso che la maggior parte delle persone che infrangono le regole sono consapevoli dei rischi e delle conseguenze sociali ed economiche degli incidenti stradali. Tra le infrazioni considerate più gravi, ci sono quelle che possono recare danno agli altri, in particolare guidare in stato psico-fisico alterato (76%), passare con il semaforo rosso (60%) e superare i limiti di velocità (52%).
Lo scenario fin qui descritto fornisce una chiara indicazione: le azioni sulla sicurezza stradale devono incidere sui comportamenti che possono modificarsi soltanto rispettando le regole. Da tutto ciò nasce la nuova campagna di comunicazione della Fondazione Ania, creata su due soggetti che verranno declinati su web, stampa, radio e televisione. L’idea forte è mettere gli utenti della strada di fronte ai rischi a cui vanno incontro attraverso un parallelo tra il codice stradale e le regole che dall’imprudenza alla guida possono conseguire nello svolgimento di semplici azioni di vita quotidiana. Il tono della campagna è impattante anche perché l’irresponsabilità di ciascuno non cambia solo la propria vita ma anche quella degli altri.
Con questa campagna l’attenzione viene sollecitata sul tema delle regole a 360 gradi, anche per evidenziare come sia opinione generale che c’è una scarsa corrispondenza tra la gravità di alcune condotte e le pene inflitte. Per questo, la Fondazione Ania per la sicurezza stradale ritiene urgente una riflessione istituzionale sulla configurazione di un reato specifico di violenza stradale che trovi posto, come fattispecie a sé, nel codice penale.
 
È, infatti, necessario fornire ai giudici uno strumento che renda certa la pena nei confronti di chi commette quelli che, in taluni casi, sono dei veri e propri omicidi. Dobbiamo tenere presente che certe condotte di guida causano alcuni tra i più gravi delitti che avvengono oggi. Penso, ad esempio, a chi causa incidenti stradali dopo essersi messo al volante sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o con un tasso alcolemico ben oltre la soglia consentita dalla legge.
Un dramma come quello dei morti e feriti per incidente stradale va combattuto quotidianamente. La Fondazione Ania per la sicurezza stradale, espressione delle compagnie di assicurazione, in questi sette anni in cui è comparsa nel panorama nazionale, ogni giorno ha portato avanti con impegno e passione un’unica mission: ridurre il numero e la gravità degli incidenti. Questa nuova campagna di comunicazione rappresenta una ulteriore sfida agli incidenti stradali. Una sfida che non solo possiamo vincere, ma che vogliamo e dobbiamo vincere.
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