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Appuntamento col futuro

Ripensare la Pubblica amministrazione partendo dal web e dalla sua evoluzione è oggi la più grande sfida che la politica si trova ad affrontare, se vuole adeguare l’azione amministrativa alla modernità dei tempi e alla velocità delle informazioni. L’apertura degli “affari amministrativi” dell’amministrazione americana per mano del presidente Obama e di Beth Noveck, rappresenta un punto di non ritorno fondamentale per tutto il mondo. open gov, è una strategia innovativa per modificare le modalità di operare del governo. Utilizzando la tecnologia e la rete i cittadini ed il governo possono connettersi l’un l’altro scambiandosi informazioni. Insomma un governo aperto chiede aiuto per risolvere i problemi e apre un dialogo con i cittadini. Il risultato finale sono le istituzioni più efficaci e una più solida democrazia. Proprio Obama ha introdotto l’espressione “Government as a platform”, per indicare iniziative orientate a un maggiore coinvolgimento dei cittadini nell’amministrazione e gestione della cosa pubblica.
 
Le persone non hanno più bisogno a tutti i costi di mediatori. La società in rete sta imparando a comunicare, a informarsi, a condividere cultura, a commerciare, ad amministrarsi, a divertirsi, a progettare al di là di ogni forma di mediazione conosciuta in precedenza. Sebbene le prime manifestazioni di tutto ciò possano apparire rozze e imperfette, miglioreranno in fretta. Una democrazia richiede responsabilità, e la responsabilità richiede trasparenza. Il coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale è innanzitutto un tema etico per una democrazia, ma consente di raggiungere notevoli benefici anche in termini di maggiore efficienza delle scelte e di uso più attento delle risorse pubbliche.
Ma la trasparenza non potrà mai essere compiutamente efficace se non sarà accompagnata dalla partecipazione e dalla collaborazione, che non possono più essere solo predicate ma vanno praticate dalla Pa, a vario livello, dando ai cittadini realmente la possibilità di poter essere protagonisti e non solo spettatori della gestione della “cosa pubblica”.
 
La funzione del governo diventa, quindi, quella di fornire dati e servizi, permettendo a chiunque sia interessato di utilizzare quei dati per la collettività e consentendo notevoli risparmi rispetto al tradizionale modo di sviluppare siti e applicazioni all’interno delle pubbliche amministrazioni. Come rendere possibile questa rivoluzione? Prima di tutto bisogna vincere le resistenze, che sono soprattutto di tipo culturale. I dati, pagati con soldi pubblici, sono di proprietà dei cittadini e non delle amministrazioni e bisogna aiutare Pa, imprese e cittadini a capire quali e quante opportunità si aprirebbero grazie agli open data.
Per le imprese e l’intero settore produttivo italiano, l’investimento negli open data e più in generale nell’open gov, rappresenta un momento necessario di rottura con il passato ed una naturale innovazione nel rapporto con la Pa. Ridurre i tempi di pagamento, avere accesso a bandi ed opportunità, ai fondi comunitari ed alle altre misure a sostegno dell’imprenditorialità sono condizioni senza le quali è impossibile fare impresa. Soprattutto al sud.
 
In ambito europeo una spinta in analoga direzione è venuta dal basso. La Dichiarazione aperta sui servizi pubblici europei promossa da cittadini e organizzazioni non governative, invoca l’adozione di politiche pubbliche che abbandonino l’idea di razionalizzazione dei servizi pubblici attraverso un meccanismo che viene definito “selfservice”. La strategia Europa 2020 disegna le policy e le iniziative da implementare nei prossimi dieci anni per la crescita e lo sviluppo degli Stati membri, ponendo al centro dell’azione dell’Unione l’apertura delle informazioni pubbliche. In particolare, l’iniziativa-faro “l’Unione dell’innovazione” sottolinea l’importanza di promuovere l’apertura dei dati e dei risultati della ricerca pubblica ai fini di incoraggiare lo sviluppo e l’innovazione, anche se un richiamo diretto alle potenzialità innovative dell’informazione del settore pubblico viene soltanto accennata. Concretamente, però, resta da chiedersi come e in quali dinamiche di trasformazione della democrazia intervengono i tre principi dell’openness.
 
L’open gov è un’opportunità molto concreta di ottenere, grazie alla rete, un’amministrazione più efficiente e una migliore democrazia. Alla Politica toccherà sostenere responsabilmente il cambiamento investendo sull’innovazione continua e permanente come leva strategica per il futuro del Paese. Voglio lanciare una proposta forte ma concretissima: realizzare una grande piattaforma digitale per il Mezzogiorno, una piattaforma trasparente, aperta, che possa diventare il cuore pulsante del Mezzogiorno positivo, pronto a dialogare con la sponda sud del Mediterraneo, luogo di grandi movimenti democratici che, in questi ultimi mesi, si sono caratterizzati proprio per l’uso straordinario del web e dei social media come strumenti di lotta e di democrazia. Un progetto che possa permettere a tutti di navigare nelle acque del Mediterraneo, e che unisca culture, saperi ed esperienze. Se questo non sarà, saremo tutti responsabili di un fallimento che ci riporterà indietro e ci farà perdere l’appuntamento con il futuro ed il progresso.
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