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Il gigante della pellicola Kodak dichiara bancarotta

Dopo 131 di storia della fotografia, Eastman Kodak, gigante delle immagini americano, ha gettato la spugna e ha presentato istanza di bancarotta al tribunale di New York. “Un passo necessario e la cosa giusta da fare per il futuro della Kodak” ha affermato in una nota il presidente e amministratore delegato Antonio M. Perez.
L’azienda entra così in regime di amministrazione controllata per rimodernarsi e tentare di riemergere, grazie ad un prestito di 950 milioni di dollari ottenuto da Citigroup che le permetterà di restare a galla durante la sua riorganizzazione. Dai documenti presentati in tribunale, l’azienda dichiara infatti di avere 5,1 miliardi di dollari di attività e 6,75 miliardi in debiti.
 
Un tentativo per sopravvivere dunque ad una crisi di liquidità sopraggiunta dopo anni di calo delle vendite legate all’avvento delle nuove tecnologie digitali. Da mesi l’azienda cercava di salvarsi mettendo in vendita alcuni dei numerosi brevetti che costituiscono la sua vera ricchezza. Tale processo è stato però rallentato dai timori dei potenziali acquirenti sulla eventuale richiesta di bancarotta da parte della società.
 
Fondata 131 anni fa da George Eastman, l´azienda di Rochester nel 1888 mise in commercio la prima fotocamera destinata anche ai non professionisti e nel 1975 diede il via a una nuova era, inventando la prima macchina digitale. Ma è stata proprio l’era digitale ad accelerare il suo declino, culminato in una perdita di quasi due miliardi dal 2008. Il gigante delle pellicole ha cercato di puntare poi sulle stampanti per uffici e computer ed in numerosi brevetti legati alla stampa fotografica da supporti digitali, ma il tentativo si è rivelato invano.
 
Quale sarà adesso il destino dei suoi 19.000 dipendenti? Molti di loro potrebbero trovarsi presto senza lavoro nonostante le leggi americane sull´amministrazione controllata prevedano un periodo di “bancarotta gestita”.
Entro l’anno prossimo Eastman Kodak si augura di emergere dalla bancarotta dopo aver tagliato i costi e venduto parte dei preziosi brevetti.
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