Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Serio, antispettacolare e sfuggente. Ecco il Monti style

Domenica dalla Annunziata su Rai Tre, venerdì sera dalla Gruber su La7 e poi conferenze stampa e persino servizi su Chi. Il premier si rivela un comunicatore tutt´altro che banale. Lo stile è sicuramente diverso dal suo predecessore ma non è detto che non possa avere un appeal uguale o maggiore.
Abbiamo chiesto a riguardo un´opinione a due esperti del calibro di Mario Morcellini, direttore del dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma e Alessandra Ghisleri, direttore di Euromedia Research.
 
Per descrivere lo stile comunicativo atipico di Mario Monti, il Prof. Morcellini parla di “Monti style” definendolo come «una dimostrazione di capacità comunicative per molti versi innovative della nostra scena politica». Tra gli elementi pregnanti che caratterizzano il nuovo premier, Morcellini mette in risalto «la sua voluta antispettacolarità che intende marcare in modo chiaro ed eccezionale la differenza con Silvio Berlusconi in quanto precedente inquilino di Palazzo Chigi». Secondo Morcellini il Presidente del Consiglio non appare interessato a seguire «le orme del berlusconismo, e proprio in questo risiede la sua capacità di parlare al popolo dell’antipolitica. Con il passare del tempo, infatti, la vera alternativa al mainstream sembra essere uno stile argomentativo sobrio e lontano dalla politica urlata, pieno di contenuti e lontano dal rincorrersi degli slogan».
 
Questa antispettacolarità sembra però rivelare anche dei risvolti negativi in termini di performance. Morcellini si riferisce ad esempio alla conferenza stampa di fine anno, la quale ha mostrato con evidenza tutte le «incertezze di postura del Professore (il frugare tra le carte che ha sul tavolo per estrarne delle “veline” da cui trarre spunti per il suo discorso, la scarsa dimestichezza dimostrata con la semplice pratica di illustrazione di un grafico proiettato alle sue spalle, il rapporto apparentemente difficile con la telecamera) ».
 
Singolare sembra poi essere per Morcellini l’abilità del tutto nuova e peculiare dell’attuale Presidente del Consiglio, la sua capacità di gestire il rapporto con i conduttori di rotocalchi di approfondimento televisivo. «Nell´emporio televisivo, è riuscito a non farsi adulterare – afferma Morcellini- Senza tentare neppure di “piegare” al suo stile un format in cui l’ostentata pacatezza nell’incedere comunicativo sarebbe uno svantaggio comunicativo, come quello dell’arena televisiva (non a caso sono i suoi ministri a recarsi a “Ballarò”), Monti sceglie per sé i programmi-intervista (“Che tempo che fa”, “In Mezz’Ora”) e frequenta “semel in anno” i salotti (“Porta a Porta”) »
Il Premier fungerebbe dunque «da regolatore dello stress da conduttore, erigendo una barriera tanto rispetto alla pacata ironia di Fazio quanto rispetto alla tradizionale aggressività di Annunziata, neutralizzandoli e ottenendo in ultima analisi di perseguire la propria scaletta di argomenti senza interferenze esterne»
 
Ma c’è un grande merito da attribuire a Mario Monti, quello di riuscire a contrastare l’eccessiva semplificazione che sembra ormai attanagliare il mezzo televisivo: «La necessaria riduzione di complessità imposta dalla mediazione giornalistica non riesce, con Monti, a tradursi in riduzione della quantità dei contenuti del discorso politico in televisione» spiega Morcellini. «E la sua non comune capacità nell’utilizzo di un lessico che non è specialistico, ma preciso, che rifugge e neutralizza l’equivocità delle parole italiane, gli permette al tempo stesso di andare a fondo dei contenuti proposti e di proporre metafore fulminanti. Valga, su tutte, questa, relativa al declassamento operato dalle agenzie di rating: “Non mi piace tanto chi critica l´arbitro se perde la partita”. Quasi un manifesto anti-individualismo», conclude Morcellini.
 
«Serio, riflessivo e sfuggente». Sono questi gli aggettivi con cui Alessandra Ghisleri descrive invece il premier Monti. «Dall’apparizione da Fazio, passando per Vespa fino all’Annunziata, abbiamo assistito ad una vera e propria evoluzione mediatica del premier», afferma.
Nella prima intervista di Monti emergeva «un aspetto gesuita: sguardo basso e sfuggente» mutatosi poi nella trasmissione di Lucia Annunziata in un assetto più divulgativo e in una maggiore disponibilità, tesa a far capire agli italiani gli obiettivi del governo in carica. In una sola parola, «si è mostrato più aperto» ha dichiarato la nota sondaggista.
«Ma la sua riservatezza fa parte del suo essere – continua Alessandra Ghisleri – ha un approccio pacato e sereno ed offre alla gente l’opportunità del pensiero. Certamente non chiude al dialogo, anche se potrebbe allargare i suoi orizzonti».
 
Secondo le parole dell’esperta, ciò che vedrebbe in lui l’opinione pubblica è un punto di riferimento: «I politici sono assenti e la presenza di un carattere forte potrebbe essere una svolta. In un momento di crisi la sua serietà trasmette tranquillità». Il modo riflessivo di porsi del Premier rappresenta per la studiosa motivo di forte apprezzamento tra gli italiani: «Egli comunica con i fatti ed allontana i dubbi da se. Ciò è molto più eloquente di qualsiasi altra parola. In assenza di altri punti di riferimento la gente si affida a lui per il suo rigore. È la competenza a parlare per lui. È impensabile però negare che le ultime sue apparizioni televisive rappresentino la necessità di Monti di far capire alla gente che ha compreso il mondo Italia», puntualizza Alessandra Ghisleri.
 
Il video di Monti a “Porta a Porta”
Il video di Monti a “Che tempo che fa”
Il video di Monti a “Mezz´Ora”
×

Iscriviti alla newsletter