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Tra realtà e magia

Quando si parla di letteratura latinoamericana non si può che partire da riferimenti forti come i premi Nobel Gabriel García Márquez e Mario Vargas Llosa. Amici di pensieri e parole, che poi diventati rivali in politica e amore, rappresentano un’epoca d’ora per la narrativa dell’America latina. Erano gli anni ’60 e questi scrittori residenti in Europa, insieme ad altri come Julio Cortázar, Carlos Fuentes e Juan Rulfo, hanno portato le loro copertine nelle vetrine delle librerie del vecchio continente. La cosiddetta corrente del “realismo magico” divenne un marchio e in molti paesi (inclusa l’Italia), ci fu un boom che ora s’è esaurito, ma si continua a girare attorno a questi colossi che in alcuni casi, come García Márquez, non scrivono più. La letteratura latinoamericana non è rimasta ferma nelle farfalle gialle di “Cent’anni di solitudine”. Ci sono nuovi nomi che raccontano situazioni, ambienti ed esperienze diverse. Altre realtà.
 
L’anno scorso la rivista “Granta” ha pubblicato una selezione dei migliori giovani autori in spagnolo, puntando per la prima volta su una lingua diversa all’inglese; negli Stati Uniti nel 2010 è stato assegnato il National Book Critics Circle degli Stati Uniti a “2666” di Roberto Bolaño, un riconoscimento poche volte arrivato ad un testo in una lingua straniera. Ma qualcosa sembra essere cambiato nelle coordinate della letteratura mondiale, le bussole puntano a sud. L’Italia non è l’eccezione, grazie all’attività di editrici che non hanno mai abbandonato il filone, anche dopo il boom. Marcos y Marcos ha permesso al pubblico italiano di leggere autori latinoamericani contemporanei come il cileno Pedro Lemebel. Guanda ha pubblicato il libro cult colombiano “Rosario Tijeras” (con l’improbabile titolo di “Donna in rosso”).
 
Non mancano novità assolute. La casa editrice romana Minimun fax ha presentato alla scorsa edizione della Fiera del Libro di Torino un nuovo progetto che punta dritto al nuovo polo: “Sur”, una casa editrice indipendente dedicata alla letteratura latinoamericana di qualità, si dedicherà agli autori di oggi e ai classici contemporanei da riscoprire. I primi titoli, usciti ad ottobre, sono “Prima della fine” di Ernesto Sabato, “I fantasmi” di César Aira e “Scene da una battaglia sotterranea” di Rodolfo Fogwill. Dopo aver scoperto esordienti italiani e valorizzato autori nordamericani, Minimun fax punta ai latinoamericani, dopo esser stati folgorati nel 2008 dalla vivacità della narrativa argentina alla fiera del libro di Buenos Aires. In questa fase di partenza, l’idea è riscoprire i classici “fuori moda” e salvare un filone letterario impregnato di traduzioni anni’60 e ’70 che accentuavano l’esotismo letterario.
 
Da ormai dieci anni va avanti con crescente successo il progetto editoriale “La Nuova Frontiera”. Hanno cominciato nel 2002 con la pubblicazione di “Nessuno sguardo” di José Luis Peixoto e non hanno intenzione di fermarsi, grazie anche a buoni risultati (l’ultimo caso è “La ballata del re di denari” di Yuri Herrera) La missione è sempre stata pescare o ripescare testi in lingua spagnola e portoghese sconosciuti al pubblico italiano.
Scommettono anche su genere a metà strada tra il giornalismo e la narrativa, conosciuto in Italia. Si tratta delle “crónicas”, una forma di racconto di fatti reali che utilizza forme narrative e di descrizione per coinvolgere il lettore nelle informazioni, lasciando trapelare la soggettività e la prospettiva di chi scrive (“Gomorra” prima di “Gomorra”, per intenderci). La collana “Cronache di frontiera” è stata inaugurata con i titoli “Cronache dal continente che non c’è” di Alma Guillermoprieto e “Operazione massacro” di Rodolfo Walsh. ¿Qué mas?
 
Nel 2012, l’anno apocalittico dei maya, “La Nuova Frontiera” pubblicherà i classici Felisberto Henández dell’Uruguay, José Emilio Pacheco del Messico e Juan José Saer dell’Argentina. Sui contemporanei punteranno su Valeria Luiselli, il noir del messicano Élmer Mendoza e il cileno Alberto Fuguet, già noto per essere uno dei creatori di McOndo, un’antologia (e anche una postura) che cerca di dimostrare dal 1996 che la letteratura in America latina non è più dettata dai canoni del “realismo magico”. La realtà è più cruda, la magia è più nera.
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