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Belén Rodriguez e l’arte di sventolare

Quaranta anni fa (non tanti), molte donne si sono battute per i diritti delle donne, per l’uguaglianza di genere. È vero che in tante hanno portato la lotta allo stremo. La femminista francese Simone de Beauvoir ne è stata consapevole e alla fine della sua vita lo ha ammesso: avrebbe voluto essere meno radicale, sposarsi con Jean Paul Sartre e avere figli. Ma la rivoluzione delle donne aveva un altro senso profondo: quello di rivendicare la condizione femminile, l’uso del corpo delle donne, in un contesto quasi di totale discriminazione e violenza. Persino Evita Perón, con le sue luci e ombre, era convinta della necessità di questo cambiamento. Di percezione dei generi.
Ma non tutte le donne (e neanche le argentine) sono dello stesso pensiero. I risultati della lotta femminista sembrano essersi azzerati davanti all’esibizione della modella Belén Rodríguez nell’ultima edizione di Sanremo. Uno “sventolamento” del vestito, per nulla casuale, che aveva come proposito la messa in mostra di un intimo tatuaggio nell’inguine.
In un’intervista pubblicata sul Corriere della sera, Lucia Annunziata, ex presidente della Rai, ha detto che considera Belén “bellissima e simpatica, ma certo quel suo sventolarsi la gonna è stato più sconvolgente del sermone di Celentano. Non è questione di centimetri di pelle scoperta ma dell`uso che di quella pelle viene fatto”.
Ed è che la modella sudamericana, molto conosciuta e paparazzata in Italia, ma ignota nella propria terra, non si è mai fatta troppi scrupoli per avere successo. O almeno per fare parlare di lei. Quando è scoppiato il caso del video con il quale il suo ex fidanzato voleva ricattare lei e Corona (un assaggio della propria medicina?) sul quotidiano argentino “Pagina 12” è stata ripescata la notizia di una vicenda di scandalo politico-sessuale in Argentina alla fine degli anni ´90 che coinvolgeva Belén.
Sul triste caso dello “sventolamento” ci sono anche delle critiche pesanti nei suoi confronti in Argentina: sul sito “Impre” si condanna a “La Morocha” di fare conoscere il paese con atteggiamenti volgari e pieni di calcolata malizia. Non a caso se ne è andata. Nel paese gaucho, Belén aveva lavorato molto poco e senza buon esito come modella. Breve e amara è stata anche l’esperienza al programma di tv “Súper M”. Per (sua) fortuna, in Italia sembra esserci spazio per tutti.
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