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Siria. Vertice in Tunisia alla ricerca del dialogo

È guerra civile in Siria. E il mondo, consapevole, inizia ad occuparsene. Questo venerdì pomeriggio si terrà la conferenza di Tunisi per discuterne della crisi. Giovedì un funzionario statunitense ha anticipato alcuni degli elementi chiave del summit – tra cui il lancio di un piano di aiuti umanitari – mentre Russia e Cina hanno ribadito di non aver intenzione di partecipare continuando a indicare nel “dialogo” l´unica via d´uscita dall´impasse. Alla vigilia del vertice un alto funzionario Usa a margine del vertice a Londra sulla Somalia ha anticipato lo scorso giovedì che i leader arabi e occidentali chiederanno al regime di Damasco di autorizzare un piano di aiuti umanitari. Il funzionario ha precisato che la proposta è stata discussa dal Segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, con diversi leader internazionali.
 
Russia e la Cina: Niente ingerenza straniera
 
I due paesi insistono: l´unica via per arrivare a una soluzione della crisi siriana parte “dalla veloce interruzione dei qualsiasi violenza” e passa attraverso “l´avvio di un dialogo inclusivo tra le autorità e l´opposizione senza condizioni preliminari, mirato ad una soluzione pacifica e che escluda l´ingerenza straniera negli affari siriani”. Questo messaggio, secondo una nota del ministero russo degli Esteri, è l´esito di una telefonata ieri tra il capo della diplomazia moscovita, Sergey Lavrov, e il collega cinese Yang Jiechi. I due ministri, conclude la nota, “hanno discusso i possibili passi da intraprendere con gli obiettivi indicati”. La Russia, salvo ripensamenti dell´ultima ora, questo giovedì non sarà alla conferenza sulla Siria di Tunisi, mentre la Cina ha definitivamente deciso di non andare.
 
Russia e Cina portano avanti una linea comune in sede di Consiglio di Sicurezza e hanno bloccato due risoluzioni di condanna della violenta repressione messa in atto dal regime siriano contro le proteste. Infine, mentre sul terreno la situazione resta difficilissima – con ancora bombardamenti a Homs e almeno una cinquantina di morti nella giornata di giovedì, la commissione d´inchiesta internazionale sulla Siria ha ribadito che il governo siriano ha ” fallito nel dovere di proteggere il suo popolo”, e ha denunciato nell´ultimo rapporto sulla situazione dei diritti dell´uomo nel Paese. “Da novembre 2011, le sue forze hanno compiuto violazioni gravi, diffuse e sistematiche dei diritti dell´uomo”, scrive la commissione che ha interrogato 136 vittime da novembre scorso, data del precedente rapporto.
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