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Forza Draghi!Il numero uno della Bce dopo i primi 100 giorni

Quando si parla dell´Italia, spesso di fa riferimento al titolo del famoso film “The Italian Job”. Non sempre l´accezione della frase è positiva, ma, nel caso dell´analisi pubblicata dal Financial Times, An Italian job deve essere sicuramente interpretato come un complimento. Un complimento rivolto precisamente a Mario Draghi, nei suoi primi 100 giorni alla guida della Bce (Draghi´s first 100 days at the ECB).
 
“La crisi dell´Eurozona: un modo abile di prendere tempo”, scrive il corrispondente del quotidiano britannico Ralph Atkins, da Francoforte, sottolineando che “Mario Draghi, numero uno della Bce, ha aiutato a tenere alla larga il credit crunch”. Detto questo, “rimangono profondi problemi di carettere economico e politico”.
 
Si ricorda il famoso pranzo dello scorso novembre, quando Draghi riunì a Francoforte 25 amministratori delegati delle principali banche europee. “Gli ospiti erano ansiosi per le mosse della Bce, intimoriti dai problemi di liquidità”. Qualcuno ricorda che “c´era un senso di paura”; d´altronde, l´escalation della crisi dei debiti sovrani aveva paralizzato i mercati finanziari, lasciando le banche a corto di finanziamenti cruciali; il rischio di un disastro che avrebbe prodotto i suoi effetti nell´economia globale era in crescita”.
 
Inizialmente cauto, Draghi prese successivamente la situazione in mano e decise di lanciare lo scorso dicembre la nota operazione LTRO, ovvero l´iniezione massiccia di liquidità a favore del sistema finanziario, sotto forma di prestiti erogati per un arco di tempo di tre anni. “Nel far ciò, Draghi dimostrò di saper prendere decisioni “in modo pragmatico e veloce”. Certo, scrive il Financial Times, “la crisi è lontana dall´essere risolta, visto che i debiti greci potrebbero ancora far scivolare l´Eurozona nella confusione. Ma Draghi ha dimostrato di essere capace di prendere tempo”.
 
“Tutti pensavano che avrebbe avuto un atteggiamento prudente, ma lui si è fatto invece avanti”, ha detto al Ft Martin Luck di UBS. E Jean Pisani-Ferry, responsabile del think tank Bruegel, con sede a Bruxelles, ha aggiunto: “Non è una persona che ha paura. Per lo meno, non ha avuto quell´atteggiamento che altri temevano che un italiano avrebbe avuto al posto di un tedesco, sotto lo sguardo osservatore della Bundesbank”.
 
L´articolo continua affermando che la gestione della Bce da parte di Draghi riflette gli anni che l´attuale numero uno dell´istituto trascorse a Goldman Sachs, (2002-2005). Draghi “preferisce un linguaggio franco a quello tortuoso delle banche centrali”.
 
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