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Ricordando Giovanni Cresti

SIENA – Il professor Alberto Brandani, presidente di Federtrasporto, è stato per anni una persona vicinissima al dottor Giovanni Cresti. Quando lo ha conosciuto e cosa è stato per lei?
L´ho conosciuto a cavallotra il ´71 e il ´72 e per me è stato per lunghi anni una guida ed un maestro nell´insegnamento del mondo bancario, finanziario e generale.
Quali erano le sue caratteristiche?
– Coniugava uno straordinario carisma ad una straordinaria cultura ed aveva una dote rarissima imparata tra l´altro da Fanfani: riusciva a semplificare grandi temi senza banalizzare.
 
– Professionalmente come era?
– Fuoriclasse fin da giovane. Da titolare del Monte contribuì in modo decisivo alla ricostruzione di Poggibonsi nel dopoguerra, sviluppò Pistoia e fu il grande coordinatore dei festeggiamenti per il quinto centenario del Monte dei Paschi. I titolari delle filiali e l´andamento delle filiali erano il suo pallino. Con lui il Monte ebbe una grande espansione al Nord (acquistò il Credito Commerciale e il Credito Lombardo) e rivoluzionò l´intero sistema informatico. Altro grande merito è aver riportato a normalità tra il ´78 e l´83 le relazioni industriali che prima si erano molto sfilacciate.
– In campo politico come era?
– Democristiano fin da giovane e dichiaratamente antifascista era molto attento al sociale ed è sempre stato vicino ad Amintore Fanfani che ne intuì le non comuni doti fin dai suoi primi passi da titolare di filiale. Nel 1975 Fanfani lo volle fortemente Provveditored el Monte Paschi portando così un senese delle Lastre al Governo di Rocca Salimbeni.
 
– Qual´era il rapporto di Cresti con la sua città?
– La amava in modo viscerale, la città e la Contrada del Montone e pensava sempre a come poter illuminare l´una e l´altra.
– E nel campo culturale?
– Cito solo alcune delle sue iniziative (non solo sue): il progetto di restauro della Rocca con l´architetto Spadolini. I suoi rapporti stretti con il più grande architetto del 900 italiano, quel Michelucci che ha fatto la filiale del Monte di Colle Val d´Elsa visitata dagli architetti di tutto il mondo e che ha “ridisegnato” la Contrada del Montone. E che dire del restauro del Borgo di Fontana fredda nelle langhe piemontesi? Ricordo ancora che il dottor Cresti scelse i materiali, i colori e fin anche le maestranze. Per non parlare del suo continuo desiderio che le collezioni d´arte del Monte si arricchissero sempre di più.
 
Un giudizio finale in tre parole
– Fece grande il Monte, la città e la Contrada del Montone.
Il dottor Cresti sitrovò nell’elenco della P2. Che ne pensa di quella vicenda?
– Fu una vicenda drammatica che privò il Monte di uno dei suoi grandi protagonisti. nella domanda di iscrizione non c’era la sua firma, non c’era la sua foto e i dati anagrafici erano errati, pur tuttavia questo bastò per creare una situazione dtale tensione per cui l’uomo, provato, dette la sua disponibilità a dimettersi. Dimissioni che furono accolte.
 
Speriamo che almeno a distanza di tanti anni, la città abbia capito che cosa perse.
 
Corriere di Siena, 7 febbraio, intervista di Stefano Bisi
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