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#Sanremo2012. Altro che Celentano, rivive Troisi con Siani

Sanremo 2012 si è concluso ed è stato il Festival delle polemiche, come sempre. Le canzoni, invece che essere protagoniste, hanno fatto da cornice allo show delle provocazioni, dei colpi di scena, dell’Auditel. Commissariato dalla RAI dopo la prima puntata. Rai, che è stata criticata soprattutto per l’investimento pubblico di 300mila euro destinati al leader del Clan della Via Gluck Adriano Celentano, per interventi orientati a suggerire la chiusura definitiva di giornali come l’Avvenire e Famiglia Cristiana, nonché a suggerire ai preti e ai frati di tornare a parlare del Paradiso.
 
Ora, io non so se la casalinga di Voghera sia stata soddisfatta o pensi che Adriano Celentano abbia preso troppi soldi dallo Stato (anche se destinati alla beneficenza), altrettanti dalla SIAE, e abbia fatto troppa contestazione, troppa politica. Ma penso che si sia divertita di più durante la puntata di venerdì sera, quando è intervenuto il comico napoletano Alessandro Siani. Lui sì che è stata la rivelazione della parte non canora del Festival. E non se l’aspettava nessuno. Nemmeno lui.
 
Anche Siani, come Celentano, ha parlato senza interruzioni pubblicitarie, senza censure, senza peli sulla lingua, e anche se si è espresso in maniera leggera, ha ugualmente affrontato temi delicati come lo spread, le contraddizioni dell’Italia, l’attualità, i francesi, la neve, Monti e Berlusconi, e ci ha ricordato la bellezza dell’essere italiani. Siani ha parlato con il cuore, senza prove blindate, senza copione, senza Pupo. Con semplicità e umiltà. Non serviva la scena dei bombardamenti, delle esplosioni, degli aerei, per stupire. E’ bastato un vestito da sera e una barca a remi sul palco. Ha parlato alla gente comune, al violinista e alla spettatrice in platea, che rideva di gusto. Ha parlato ad ognuno di noi. E il suo messaggio è “arrivato”. Forte e chiaro. Nonostante l’accento. Siamo un grande popolo. Siamo italiani.
 
Dopo i successi al cinema, che questa performance rappresenti il suo trampolino di lancio per una brillante carriera rivolta non soltanto all’interland campano, ma tutta la penisola bagnata dal Tirreno e dall’Adriatico?
Io glielo auguro, anche perché, per i nostalgici come me, voglio ricordare che il 19 febbraio Massimo Troisi avrebbe compiuto 59 anni e lui me lo ricorda molto. E anche se, come dice Roberto Benigni “morto un Troisi non se ne fa un altro”, spero che Siani possa continuare a farci sorridere e a ricordarci, per qualche istante, di quell’artista geniale scomparso troppo presto. Grazie Siani.
 
Di seguito un estratto del monologo di Alessandro Siani, della serata del 17.02.2012 di Sanremo:
 
“Io per esempio tengo a mio nonno che è veramente ignorante, spiegare una cosa non è facile […] Io, una volta dissi a mio nonno: Nonno tu hai capito à situazione? ….Non dà soddisfazione […] Una volta stava vedendo la televisione, mi disse: Alessà, ma chi è sto “Jack Pot” che vince tutte le settimane al Superenalotto?”
“… Pensate che una volta mio nonno entrò in un negozio – Scusate quanto costa questo giubbotto? – disse il negoziante – 1.800 euro, è della DIESEL. Allora nonno disse – Qua stanno 200 euro, datemelo con l´impianto a gas!”
“Perché c’è una difficoltà anche quando si va ad acquistare, per esempio quando tu vai al Supermercato ti rendi conto, ti confondono. Entri e vedi negli scaffali, vedi dei prodotti: l’insalata già è lavata , l’arancia già è spremuta, é carote già so tagliate. Mio nonno se è uscito con due buste in mano, l’ha fermato il guardiano, ha detto – dove andate? – ha risposto ò nonno – Pensavo che erano già pagate! … E’ complicato … E’ complicato […]”.
“Perché che succede agli anziani? […] Abbassano le pensioni e aumenta l’età pensionabile. […] Per piija à pensione non ci vuole più la terza età, ci vuò à reincarnazione”.
“Abbassano le pensioni e aumenta la benzina. Sempre. […] Prima quando uno teneva i debiti si dava fuoco. Oggi, per darti fuoco devi fare i debiti”.
“L’unico posto dove trovate la benzina gratis è solamente nel mare […] Io sono stato dal pescivendolo, ho visto che c’erano tre tipi di cozze: d’allevamento, da coltivazione e da scoglio? Mi ha risposto – no, piombo senza piombo e diesel”.
“Perché quando ci sta una crisi economica purtroppo aumenta la criminalità. Aumentano gli scippi. […] Prima le donne camminavano più tranquille. Tenevano i soldi in borsa. Adesso si tolgono i soldi dalla borsa e li mettono in petto. All’antica. […] Ormai in base alla grandezza del seno si capisce se uno tiene i soldi o no. Io ho visto una coppietta un po’ tamarra alla stazione centrale, il marito che diceva vicino alla moglie – tesò tu non hai seno, questi se ti guardano in petto capiscono che non teniamo soldi. Ha risposto lei – Pasquà, ringrazia al padreterno che non ti guardano nelle mutande sennò capiscono che teniamo i debiti”.
“[…] A me stù Sarkozy che s’atteggia mi fa innervosì. Il francese che s’atteggia mi fà innervosire; che parla dell’italiano, dei nostri vizi e delle nostre virtù. […] Io sono stato a Parigi, mi dovete credere: nun ten’n nemmeno ù bidè! […] Adesso ho capito perché si dice che i francesi hanno la puzza sotto al naso”.
“[…] Ci sono dei meccanismi che noi non capiamo. In America un ragazzo entra in un negozio, si compra una pistola e gli danno anche una ricevuta fiscale. In Italia per avere una ricevuta fiscale devi entrare con la pistola”.
“[…] L’italia, che con un fiocco di neve si blocca. […] E per fortuna che l’Italia è a forma di stivale. E se era a forma di infradito che succedeva? “.
“[…] In America è andato Monti. E’ andato Monti in America, ma non abbiamo prestigio. […] E’ andato a parlare a Wall Street, ma non lo conoscevano. C’era uno che diceva – ma chi è? – No, questo è il professore – E quello che veniva prima, piccirill, con i tacchi? – No, no, chill è o bidell.
“[…] A me mi dispiace … Berlusconi era amico di Mubarak e Mubarak ha fatto ‘na brutta fine, era amico di Gheddafi, e Gheddafi ha fatto una brutta fine, stamattina il Presidente della Repubblica Napolitano ha chiamato Berlusconi, ha detto – mi devi fare solo un piacere, numm salutà proprio”.
“Il nord è quella linea dell’orizzonte che divide l’emigrante dal folclore. E la sua città, Milano è una città che dà la possibilità. Anzi dà una possibilità, e la possibilità è sempre un miracolo, e miracolo è sinonimo di speranza. Addirittura ci sono persone che vorrebbero dividere l’Italia, ma l’Italia per me è come il mare, è indivisibile.
Il sud è l’impossibile. È un cerchio quadrato. È un pozzo senza profondità. È un mare alto e lungo che dà la mano al cielo ma non riesce a salire su in paradiso. Il sud è il capovolgimento dei luoghi comuni. È la vertigine del mondo. E poi c’è Napoli … Napoli. Quando cammini nella mia città non riesci ad essere obiettivo nel dare un giudizio su quello che i tuoi occhi stupiti stanno guardando. Sono confusi da quelle immagini che ti entrano nel cuore, rimbalzano dall’anima e poi quando meno te l’aspetti ti ritornano alla mente. E allora Napoli che cos’è? Napoli è l’amarezza squarciata da un sorriso che appare sul viso di un bambino, come un arcobaleno dopo una pioggia di lacrime.
Nord, sud siamo sulla stesa barca, ma siamo un grande popolo, siamo italiani”.
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