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Benedetto XVI a Cuba. Ma quale isola incontrerà il Papa?

Il quotidiano cubano “Granma” (l’unico dell’isola) ha profetizzato questo lunedì che il Papa Benedetto XVI troverà un popolo “nobile, istruito, equo e organizzato” nella sua prossima visita tra il 23 e il 29 marzo. Secondo la blogger Yoani Sánchez, anima di “Generacion Y“, il Papa vedrà invece “un popolo affogato con problemi materiali, dalla mancanza di aspettative e l’assenza di diritti umani”.
 
Chissà quale isola vedrà il Santo padre. E se ascolterà i dissidenti. Lo scorso 19 gennaio, a Cuba, è morto il giovane Wilman Villar Mendoza dopo avere fatto un suicida sciopero della fame per protesta contro il regime dei Castro. Come è morto Orlando Zapata due anni fa. Come ha rischiato la vita Guillemo “Coco” Fariñas due anni fa. Sempre a Cuba, ci sono ancora circa 200 prigionieri politici che rimangono in galera per pensarla diversamente dal governo che dagli anni ’60 è al potere. Dopo una “rivoluzione” che non ha ancora portato il progresso e l’uguaglianza che aveva promesso.
 
Chissà se Joseph Ratzinger incontrerà Jiménez Vega, medico inabilitato per tempo indefinito, senza compenso, per avere chiesto un aumento dello stipendio, basso e fermo dal 2006. Vega rappresentava lo scontento di circa 300 lavoratori tra medici e infermieri. “Mi dichiaro in sciopero della fame e andrò avanti sino alla morte se non saranno accolte le mie rivendicazioni. Farò lo sciopero fisicamente nel Parco Martí del municipio di Guanajay, di fronte al policlinico comunitario, che è stato il mio ultimo centro di lavoro”, ha scritto il medico al Ministro della Salute Pubblica.
 
“Come la maggioranza dei cubani, mi accontento della sua visita nella nostra patria, nella quale senza dubbio lei è ben ricevuto. Arriverà in un paese che vive il momento più complesso della sua storia. Per quel momento, con tutta certezza, le nostre autorità le faranno vedere, tra gli altri, i successi della nostra salute pubblica e le assicureranno che questa è una prova irrifiutabile della fatica del governo cubano per il suo popolo”, ha scritto Vegas in una lettera aperta al Papa Benedetto XVI.
 
“Ma lei deve sapere, sua Santità, che c’è una parte della storia che le sarà nascosta a lei e al mondo: la disperata situazione economica, che sfiora nella povertà, nella quale siamo costretti a vivere, artefici del miracolo. Ma la parte più degradante  – la più grave, volendo – è che il nostro governo non ammetta questioni e punisca inesorabilmente chi osa criticare l’indigenza nella quale ci costringono a vivere”, denuncia Vegas. Per seguire la visita del papa è già attivo l’hashtag #PapaCuba, mentre la manifestazioni di Vegas e altri medici, è raccontata nel blog “Ciudadano Cero” e l’account twitter @ DrJVega.
 
Chissà se la Santa Sede si limiterà agli indulti dei 2900 carcerati, tra cui quattro italiani condannati a Cuba per narcotraffico, annunciato lo scorso 24 dicembre. O invece darà ascolto alla giovane opposizione di un’isola che sembra emarginata.
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