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Siria, un anno di rivolte

La Siria da un anno è scossa da una rivolta popolare violentemente repressa, che si è trasformata in un´insurrezione armata.
Secondo l´osservatorio siriano per i diritti umani, circa 8.500 persone, in maggioranza civili, sono state uccise da metà marzo 2011.
Stando alle stime dell´Onu, circa un milione e mezzo di persone ha poi bisogno di aiuti alimentari. Più di 25.000 rifugiati hanno trovato invece ospitalità in paesi vicini e tra 100.000 e 200.000 sono stati accolti in centri di fortuna nel paese.
 
Di seguito una scheda sui principali eventi di questo anno di proteste contro il regime di Bashar al Assad:
 
Marzo 2011
– 15 e 16 marzo: A Damasco grande adunata, convocata attraverso la pagina facebook “Una Siria senza tirannia, senza una legge d´emergenza né tribunali eccezionali”. Nasce un movimento di protesta senza precedenti contro il regime.
– 18 e 19 marzo: Manifestazioni represse a Damasco, Banias e Deraa. Prime vittime.
 
Aprile
– 18 aprile: Damasco denuncia “una ribellione armata di gruppi salafiti”.
– 25 e 26 aprile: La contestazione si estende e si radicalizza.
Numerosi gli appelli alla caduta del regime di Damasco.
 
Luglio
– 15 luglio: Oltre un milione e mezzo di persone manifestano contro il regime, in particolare ad Hama e Deir Ezzor.
– 31 luglio: circa 100 persone vengono uccise in una vasta offensiva dell´esercito fedele ad Assad nella città di Hama.
 
Agosto
– 18 agosto: Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e i suoi alleati occidentali chiedono ad Assad di lasciare il potere.
I paesi occidentali e arabi cominciano ad adottare una serie di sanzioni contro Damasco.
 
Novembre
– 16 novembre: Un centro dei servizi segreti presso Damasco viene attaccato dall´Esercito siriano libero, forza armata di opposizione la cui creazione era stata annunciata a luglio da un ufficiale disertore rifugiatosi in Turchia.
 
Febbraio 2012
– 4 febbraio: Veto di Cina e Russia a un progetto di risoluzione Onu di condanna della repressione.
– 12 febbraio: La Lega araba decide di fornire sostegno politico e materiale all´opposizione e chiede una forza congiunta araba-Onu. Già a gennaio la Lega araba aveva presentato un nuovo piano per il trasferimento dei poteri da Assad a un suo vice.
– 22 febbraio: Due giornalisti occidentali – un francese e un´americana – vengono ucciso a Homs. Altri due – un britannico e una francese – sono gravemente feriti. Un altro reporter francese era stato ucciso a gennaio.
– 24 febbraio: La Conferenza internazionale di Tunisi riconosce il Consiglio nazionale siriano (Cns) come “rappresentante legittimo” del popolo siriano e si impegna a fornire “un sostegno effettivo” all´opposizione.
– 26 febbraio: Referendum sulla nuova Costituzione, nuove proteste di piazza. Prosegue la repressione.
 
Marzo
– 1 marzo: L´esercito prende il controllo del quartiere simbolo di Baba Amr, bastione ribelle a Homs, dopo due giorni di combattimenti e quattro settimane di bombardamenti. Dichiarazione del consiglio di sicurezza che deplora “la situazione umanitaria in rapido deterioramento”.
– 7 marzo: La responsabile delle operazioni umanitarie dell´Onu, Valerie Amos, visita i quartieri di Homs interessati dal conflitto e “totalmente devastati”.
-8 marzo: Defezione del vice ministro del Petrolio, la prima di un responsabile del governo.
– 9 marzo: Le forze del regime lanciano un´offensiva nella provincia di Idleb, nel nord-ovest del paese, alla vigilia dell´arrivo a Damasco dell´inviato speciale delle Nazioni Unite e della Lega araba, Kofi Annan. Una decina di ufficiali di alto rango dell´esercito, tra cui quattro generali, fanno defezione e arrivano in Turchia.
– 10 marzo: Le violenze fanno 90 morti in tutta la Siria, in particolare nella provincia di Idleb.
– 11 marzo: Le forze governative proseguono la loro offensiva ad Idleb, con un assalto a Jisr al Shoughour. Il bilancio delle vittime del weekend è stimato in circa 150 morti.
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