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Spagna, Bruxelles esige maggiore crescita

La foto campeggia sui siti spagnoli (ma anche su quelli tedeschi): il presidente dell´Eurogruppo, il premier lussemburghese Jean Claude Juncker, che questo lunedì, scherzando, stringeva le mani al collo al ministro delle Finanze spagnolo Luis de Guindos. La riunione dell´Eurogruppo – preliminare all´Ecofin che si terrà questo martedì – ha indicato il target intermedio per il deficit spagnolo per il 2012: non il 4,4% del Pil, come precedentemente stabilito, ma il 5,3%, con uno sforzo supplementare di 0,5 punti percentuali rispetto al 5,8% che aveva annunciato lo scorso 2 marzo il premier Mariano Rajoy.
 
“Bruxelles corregge i piani di Rajoy” scrive il sito di El Mundo, specificando che “i ministri dell´Economia dell´eurozona hanno inoltre chiesto al Governo di applicare ´strettamente´ i meccanismi previsti dalla nuova legge di stabilità di bilancio, per controllare il rispetto delle norme fiscali a tutti i livelli dell´amministrazione”. Secondo El Pais, quello di ieri a Bruxelles è “un rovescio inatteso per la Spagna che dovrà tagliare più del previsto.
 
L´Eurogruppo ha abbattuto parte delle aspirazioni del governo di Rajoy che voleva flessibilizzare gli obbiettivi del deficit per non aggravare ancora di più la recessione. Un margine ci sarà, ma inferiore alle aspettative. La Spagna voleva abbassare il deficit dall´8,5% al 5,8 del Pil, cioè di 30 miliardi, e invece dovrà fare uno sforzo in più, 35 miliardi di euro, per arrivare a un deficit di 5,3% del Pil.
 
Gli alleati europei danno per scontato che questi 5 miliardi supplementari peggioreranno i problemi dell´economia spagnola dove la disoccupazione tocca oltre cinque milioni di persone. Ma antepongono la credibilità della politica dei tagli allo scopo di placare la crisi dell´euro. In questo momento, l´Europa dice chiaramente che non c´è nulla di piiù importante dell´austerità”.
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