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E ora la Lega diventa ladrona

Fu proprio Umberto Bossi agli inizi degli anni Novanta a lanciare il suo fortunato slogan: Roma ladrona. A distanza di tempo le parti si invertono, tanto che su tutti i giornali di oggi ad essere appellata come ladrona è proprio la Lega.
 
Il riferimento parte dall´accusa da parte dei pm di Milano nei confronti del presidente del consiglio regionale lombardo, Davide Boni, per aver incassato tangenti per un milione poi girate al partito.
 
Sul Giornale, Alessandro Sallusti avverte che la musica è cambiata: “Oggi esattamente vent´anni dopo, proprio al nord si ipotizza un´altra musica: ´Lega ladrona´ sostengono i pm di Milano” e aggiunge che “Anche per la Lega è arrivato il momento di fare i conti forse con debolezze umane oppure con la follia di magistrati politicizzati”.
 
Maurizio Belpietro in prima pagina su Libero sottolinea che quello che è accaduto a Boni “può succedere anche nel partito che della lotta ai ladri ha fatto il proprio cavallo di battaglia. Il sospetto è che anche tra i duri e puri del Carroccio ci sia chi è rimasto duro ma un po´ meno puro”.
 
“Questo delle tangenti leghiste non è un piccolo episodio. Rappresenta il declino definitivo del Carroccio. E fa il paio con le sparate di Bossi, come quella dell`altro giorno, contro il presidente Monti”. A parlare così è Marco Vitale, economista, liberale, in un´intervista rilasciata a Il Messaggero dopo l´esplodere del caso di Davide Boni.
 
E secondo Ubaldo Casotto, sarebbe proprio lo “straparlare di Bossi” a fare male alla Lega. “Ogni limite ha la sua pazienza- scrive sul Riformista – Umberto Bossi, il limite l´ha superato da tempo. E la pazienza di chi pur lo considera espressione di vere esigenze delle regioni più produttive del paese è esaurita”.
 
v.c.
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