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Fiom, le tute blu invadono la Capitale

Uno sciopero di 8 ore per protestare contro la riforma del lavoro.
Oggi i metalmeccanici della Fiom-Cgil manifestano contro le scelte giudicate “sbagliate” della Fiat, ma anche a difesa dell´articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, per la riconquista di un contratto di categoria “degno di questo nome”, per la democrazia sindacale e contro alcuni provvedimenti attuati dal Governo Monti, per esempio riforma delle pensioni.
 
E sul tema del lavoro è intervenuto anche il Presidente della Repubblica Napolitano, interpellato sul corteo Fiom: “E´ necessario una visione aperta alle esigenze di rinnovamento che sono ormai mature”.
Lasciando Montecitorio dove ha assistito alla presentazione del rapporto annuale della fondazione Italiadecide, il capo dello Stato ha detto: “C´è una trattativa, c´è un negoziato, penso che ormai lo si possa definire tale, non sono solo conversazioni private. Si sta entrando nel merito, vedremo quali saranno i punti di ricaduta. E´ necessario un atteggiamento aperto alle modifiche tenendo fermi i fondamentali principi di rispetto dei diritti. Ma insisto sulle necessità di una visione aperta alle esigenze di rinnovamento che sono ormai mature”.
 
Il corteo
Il corteo è partito intorno alle 10 da piazza della Repubblica per dirigersi verso piazza San Giovanni, che dunque torna sede di una manifestazione pubblica dopo le violenze avvenute nell´ottobre scorso.
A piazza San Giovanni si svolgeranno infatti i comizi conclusivi. Dal palco chiuderà la manifestazione il segretario generale della Fiom Maurizio Landini. Il leader della Fiom-Cgil, auspica che “sia possibile trovare un accordo” sulla riforma del mercato del lavoro, ma chiede al governo “di togliere dal tavolo l´articolo 18”.
 
Nel corso del corteo della Fiom, Landini ha sottolineato che “non è facilitando i licenziamenti che si risolvono i problemi.
C´è un problema di riforma degli ammortizzatori sociali, che significa cassa integrazione a tutti facendo pagare le imprese che oggi non pagano. Mi auguro – ha concluso – che con questa trattativa si cancellino tante forme inutili di precarietà”.
 
Al corteo hanno preso parte delegazioni di studenti, della sinistra radicale e movimenti civici come quello dei ´No Tav´. Proprio la presenza dei ´No Tav´ e, in particolare, la scelta della Fiom di far parlare dal palco un loro rappresentante ha indotto il Pd a disertare la manifestazione.
 
Presente a titolo personale, Vincenzo Vita (Pd) il quale ha affermato: “Il mio partito purtroppo non ha capito che questa è una manifestazione per la difesa del lavoro, non per la Tav. Credo che in un momento così difficile sia doveroso essere in piazza oggi”.
E sempre in riferimento all’assenza del Pd, Vendola afferma: “Qui c´è molto popolo democratico. Chiunque non sia venuto oggi – ha aggiunto il leader di Sel – ha perso qualcosa di importante, ha perso un elemento di connessione politica e sentimentale con il mondo del lavoro”.
“E´ difficile pensare di salvare il paese senza un´alleanza con questo popolo – ha aggiunto – se mi chiedessero qual è la mia coalizione, risponderei che è questa, quella che sfila in piazza oggi”.
 
Il leader della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, lancia poi un appello all´amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, affinché “si renda disponibile a riaprire una trattativa vera, come non ha fatto in quest´anno e mezzo, e a fare degli investimenti concreti per lavorare in Italia”.
Il numero uno dei metalmeccanici della Cgil, ha chiesto ai vertici del Lingotto “soprattutto di garantire le libertà sindacali. L´idea che le aziende funzionino impedendo ai lavoratori di scegliere il sindacato che vogliono non è utile”.
 
Secondo Landini, l´ad Marchionne “dovrebbe smetterla di avere un atteggiamento autoritario verso i lavoratori. Non assumere a Pomigliano chi è iscritto alla Fiom o impedire ai tre lavoratori di Melfi, ingiustamente licenziati, di non rientrare in fabbrica è una logica sbagliata che non va da nessuna parte”.
 
E in relazione alla realizzazione della Tav Torino-Lione, “Non sempre cambiare idea è un errore”, afferma Landini, rivolgendosi al governo. Secondo il capo delle tute blu della Cgil il governo ha già cambiato idea sul ponte di Messina e le Olimpiadi, quindi non è un errore farlo anche sulla Tav “soprattutto se ci si rende conto che il problema è anche cambiare modello di sviluppo”.
 
Landini ha ricordato che dal palco della manifestazione di Roma “parlerà il presidente della Comunità montana della Val di Susa, una persona eletta che rappresenta un´istituzione, un territorio e quelle popolazioni. Sarebbe saggio – ha aggiunto – che il governo ascoltasse perché in democrazia bisogna anche saper ascoltare e tenerne conto. La logica delle grandi opere non è sempre quella che serve al paese”.
 
v.c
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