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Occupy Piazza Affari, gli indignados arrivano a Milano

Dopo gli Indignados in Spagna e Occupy Wall Street, ora tocca all’Italia con “Occupyamo Piazza Affari”.  
Comitati, associazioni, singoli cittadini si stanno dando appuntamento alla Bocconi alle 14 da dove partirà un corteo che si concluderà davanti alla sede della Borsa Italiana. Attese a Milano decine di migliaia di persone: studenti, precari, operai, soprattutto. “I loro affari non devono più decidere sulle nostre vite – gli slogan della manifestazione – Contro le politiche antisociali del governo Monti e della Bce. Per una società fondata sui diritti civili e sociali, sul pubblico, sull’ambiente e sui beni comuni”.
“Vogliamo manifestare assieme a tutti i popoli europei, schiacciati dalle politiche di austerità e dal liberismo – dicono gli organizzatori – Vogliamo un diverso modello sociale ed economico in Italia e in Europa, fondato sul pubblico, sull’ambiente e sui beni comuni, per riconvertire il sistema industriale con tecnologie e innovazione, per la pace e contro la guerra, per lo sviluppo della ricerca sostenendo scuola pubblica e università, per garantire il diritto a sanità, servizi sociali e reddito per tutti, lavoro dignitoso, libertà e democrazia”.
 
E a fare da promotore dell’iniziativa oggi ci ha pensato Fausto Bertinotti. In una nota l´ex presidente della Camera, che ha reso pubblica la sua adesione all´iniziativa nella sezione rosso di sera del sito della sua rivista: alternativeperilsocialismo.it.
“Di fronte alla sfida del governo Monti alla civiltà del lavoro del nostro Paese, ci vorrebbe – osserva l´ex leader di Rifondazione – una grande mobilitazione popolare, ci vorrebbe l`insorgere di una lotta generale e generalizzata. Ma, intanto, qualcosa si muove e tutto questo qualcosa va osservato e sostenuto come un bene prezioso. Da cosa nasce cosa. E già qualcosa è accaduto. Lo sciopero generale e la manifestazione nazionale della Fiom hanno influenzato un sindacalismo confederale altrimenti propenso all`intesa. La Cgil ha reagito all`attacco del governo all`articolo 18 dello Statuto dei lavoratori con la proclamazione dello sciopero generale. Ora Cgil Cisl e Uil hanno deciso una manifestazione unitaria sulle pensioni”.
 
“Una piattaforma alternativa alla regressiva linea del Governo sul lavoro – dice ancora Bertinotti – ancora non è in campo, né a livello politico, né a livello sociale, ma essa stessa potrà essere conquistata se il movimento nascerà. Ci sono nel Paese molte situazioni di lotta. Varrebbe allora la pena di ricominciare a far valere la buona norma di comportamento secondo la quale tutti sostengono le lotte di tutti, anche quando non se ne condivida interamente l`impostazione, essendo unitario l`obiettivo di fermare l`attacco al lavoro del governo Monti. Sarebbe un utile fatto nuovo”, conclude.
 
 
f.a.
 
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