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Riforma del lavoro, sul tavolo i nuovi ammortizzatori

Il clima è ancora molto acceso in vista della ripresa del confronto tra parti sociali e governo sulla riforma del mercato del Lavoro, previsto per oggi pomeriggio.
In occasione del sesto incontro al ministero del Welfare ci sarà una vera e propria stretta sugli ammortizzatori sociali e sui contratti d’ingresso. Secondo le intenzioni del presidente del Consiglio Mario Monti, la partita sulla riforma dovrà chiudersi entro questo mese.
 
Per i nuovi ammortizzatori sociali il governo avrebbe individuato circa due miliardi dai risparmi che si otterranno dalla riforma delle pensioni o, altra via d´acceso, dal ricorso a fondi Fas. Resta però sul tavolo il nodo dell´articolo 18, che non sarà affrontato nell´incontro di oggi. La Cgil sul tema non è disponibile ad alcuna apertura.
 
Susanna Camusso, leader della Cgil, ha ribadito per l´ennesima volta la necessità di togliere questo argomento dal tavolo: “Sarebbe un atto di saggezza, limitiamoci a velocizzare i processi sul lavoro”, ha detto al Corriere della Sera.
 
Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, puntualizza: “Spero che il governo voglia un accordo innovativo ed equilibrato e non fornisca alibi a chi minaccia tensioni sociali”, non dia stura a chi rincorre tensioni sociali e si barrica nel no”.
 
Un messaggio che sembra rivolgersi all´esecutivo, perché non avvengano forzature sull´articolo 18 e si arrivi ad una risposta sulle risorse per gli ammortizzatori sociali, ma anche una frecciata alla leader della Cgil, affinchè si abbassino i toni del confronto, il giorno dopo la manifestazione della Fiom.
 
Il leader della Cisl in una intervista a La Stampa afferma: “Mi piacerebbe che questa volta la Cgil facesse la sua parte fino in fondo. Se però da parte loro non ci fosse nessuna apertura non permetteremo che il governo ne approfitti per fare da solo. Si sappia che noi resteremo attaccati al tavolo fino all´ultimo minuto della trattativa”.
 
A poche ore dal nuovo round sulla riforma del lavoro, Bonanni sottolinea inoltre che un accordo separato “non credo converrebbe a nessuno, nè credo lo cerchi il governo” ma sottolinea che “il rischio c´è, e il motivo ha a che fare con i troppi no e le troppe impuntature della Cgil”. Bonanni crede che “ci siano le condizioni” per fare l´accordo “se evitiamo la logica degli opposti estremismi”.
 
E mentre Bonanni promette che La Cisl “farà la sua parte”, dal fronte politico il leader del Pd Pier Luigi Bersani avverte: “Sbrogliamo questa cosa” e “facciamolo con un accordo: se il tavolo del lavoro fallisce, stavolta non è come fossimo ai tempi di Sacconi e compagni, non funziona così, stavolta è un liberi tutti, non é uno che si alza e se ne va. Ci vuole un accordo sul lavoro e subito pensare a come dare un po´ stimoli all´economia”.
 
Il sesto round di oggi pomeriggio, non sarà certamente quello decisivo ma servirà a mettere alcuni punti fermi sui contratti e gli ammortizzatori sociali, la parte dell´accordo che divide di meno.
 
v.c
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