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La Fiat non vende e incolpa le bisarche

La crisi economica non risparmia nessuno, le famiglie stentano ad arrivare a fine mese, i salari non tengono il passo dell’inflazione, il potere d’acquisto è in picchiata. Tutti fattori che affossano l’economia reale, non è un caso che la produzione industriale oggi sia ai minimi storici: le persone non comprano e le fabbriche non producono. Le aziende maggiormente colpite – ça va sans dire – sono quelle automobilistiche.
Oggi l’Acea, l´Associazione delle case costruttrici che operano in Europa, ha diffuso i dati sulla domanda di nuove auto in Ue. La situazione è drammatica: marzo è stato il sesto mese consecutivo a chiudere in negativo, con un calo del 7 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Pur mantenendo la loro importanza in termini di volumi (1.453.407 nuove auto), a marzo non si registrava questo livello dal 1998. Nel corso del primo trimestre, il mercato dell´Ue si è ridotto del 7,7 per cento, rispetto allo stesso periodo di un anno fa, con un totale di 3.312.657 nuove registrazioni. Risultati negativi sulle immatricolazioni di nuove auto a marzo si sono registrati in Italia (-26,7 per cento), Francia (-23,2) e Spagna (-4,5), mentre il Regno Unito (+1,8) e Germania (+3,4) hanno registrato una performance migliore rispetto allo stesso mese dell´anno precedente.
 
Le aziende Ue
Anche a livello di marchi, lo scenario di marzo e del primo trimestre presenta situazioni molto differenti. Al vertice delle vendite resta il gruppo Volkswagen che chiude il trimestre nell´Ue in perfetta parità con lo stesso periodo del 2011 a 781.831 immatricolazioni, ma a marzo segna addirittura un progresso dell´1,3 per cento. Al secondo posto, ma in forte calo Psa-Peugeot-Citroen che perde il 17,3 per cento sul trimestre e il 19,4 a marzo. Alle spalle, un altro gruppo francese, Renault che nei primi tre mesi porta il calo al 23,1 per cento (-20,6 a marzo) per via anche del rallentamento del marchio low-cost Dacia (sceso il mese passato a livello europeo del 24,3). A marzo segno positivo per i gruppi premium come Bmw (+3,1), Daimler (+4,3) e Jaguar Land Rover (+24,9), oltre ai gruppi coreani Kia (+18) e Hyundai (13,3).
 
Il caso Fiat
Con l´eccezione dei giapponesi di Mitsubishi (-30,8 per cento a marzo ma su un totale di vendite di appena 8.897 unità), il calo più forte è del gruppo Fiat (-26,1 per cento il mese scorso), un calo attenuato solo in parte dalla ripresa di Jeep (+54,6 per cento). Secondo il Lingotto, il forte calo delle vendite di Fiat-Chrysler in Europa a marzo “è condizionato dallo sciopero dei servizi di autotrasporto vetture in Italia che ha comportato la chiusura momentanea degli stabilimenti”. In una nota l’azienda guidata da Sergio Marchionne precisa che “sono circa 12mila le immatricolazioni perse sul mercato europeo, che verranno parzialmente recuperate nei prossimi mesi”.
Ma il crollo delle vendite Fiat a marzo, è veramente legato allo sciopero delle bisarche? I dubbi sono molti. Probabilmente le proteste degli autotrasportatori hanno causato un leggero calo della produzione. Se andiamo a vedere, però, i dati di marzo 2011 sullo stesso mese del 2010, vediamo che la perdita per il Lingotto non era poi così distante rispetto a quella registrata oggi, anzi: Fiat Group -19,2 per cento e Chrysler addirittura -32,9.
 
g.p.
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