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All’Expo 2015, tetti d’acqua ispirati a risaie

Il progetto definitivo del sito espositivo dell´Expo 2015 di Milano è stato definito “al 95%” e il 24 aprile sarà presentato al Comitato esecutivo del Buerau international des expositions a Parigi. Ad annunciarlo l´amministratore delegato della società Expo 2015, Giuseppe Sala, a margine della presentazione del vincitore del concorso di idee per gli edifici di servizio. Il cantiere, ha aggiunto, sarà visitabile subito dopo l´esame del Bie. “I lavori sono effettivamente partiti, lo si può vedere” ha garantito Sala reduce da una visita nel cantiere.
 
Dopo il concorso per il logo, ha sottolineato l´ad della società Expo 2015 Giuseppe Sala, ancora una volta viene dato spazio a giovani creativi. “Avranno un incarico di supervisione artistica – ha detto – anzichè di progettazione. Questo significa che da domani saranno al lavoro con il nostro Ufficio di piano”. I vincitori hanno avuto la meglio su un gruppo di giovani architetti spagnoli e un´altro di portoghesi. Riceverenno 90.000 euro come premio e corrispettivo per l´incarico. “Lasceranno un´impronta su una dimensione importante dell´area” ha concluso l´ad.
 
Ristoranti, bar, negozi, magazzini e locali tecnici di Expo 2015 saranno edifici quasi del tutto aperti, costruiti per la maggior parte in legno e coperti da vasche d´acqua che, a cascata, ne disegnerà le facciate e rinfrescherà l´ambiente. L´idea è del giovane laboratorio di progettazione Onsitestudio che, insieme alla studio di architettura Liverani-Molteni, si è ispirato alle risaie e ha vinto il concorso di idee per i 14 edifici più grandi o “stecche”, i 33 di medie dimensioni e i 16 chioschi. In totale si tratta di 67mila metri quadrati la cui costruzione inizierà tra un anno costerà 63 milioni di euro.
 
Il tetto degli edifici più grandi, costituito da una lamina d´acqua poco profonda, oltre a richiamare il paesaggio agricolo locale contribuirà infatti a rinfrescare gli edifici chiusi sottostanti. L´obiettivo è quello di farne dei “roof-pond”, cioè un sistema solare passivo a guadagno indiretto capace di sfruttare la capacità che l´acqua ha di assorbire e rilasciare calore. In caso caldo particolarmente intenso il sistema sarà intergrato con una climatizzazione da fonti rinnovabili. Al netto dei servizi ausiliari il consumo di energia di questi edifici dovrebbe essere “quasi zero”.
Saranno, in tutti i casi, strutture temporanee destinate, al termine dell´evento, ad essere smantellate e i componenti potranno essere eventualmente riutilizzati o riciclati.
 
Quanto alla volontà di utilizzare nel cantiere solo materiali provenienti da non più di 350 chilometri, scelta criticata da associazioni di industriali del Sud, Sala ha aggiunto che “tendenzialmente” sarà mantenuta. “Vogliamo restare su questa decisione, semmai saremo più accorti nell´avere un dialogo preventivo, ma solo per spiegare che non sono nostre fisime. Il tema della sostenibilità, che è richiamato da tutti, fa parte della nostra filosofia, c´è scritto a chiare lettere nel dossier di registrazione: bisogna anche essere fermi quando si fanno le cose”.
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