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Bankitalia, pensionati più ricchi dei giovani

Da uno studio della Banca d´Italia, risulta che gli italiani sono ricchi per patrimonio ed eredità. La ricchezza però sarebbe sempre più concentrata nelle mani degli anziani, mentre i giovani sono schiacciati in una situazione sempre più precaria e passiva, dove la ricchezza é vissuta come beneficio della famiglia d´origine e non come frutto del merito individuale. E´ il quadro che emerge dallo studio della Banca d´Italia che, in un Occasionale paper di Giovanni D´Alessio del febbraio scorso, che ha analizzato la distribuzione della ricchezza e la diseguaglianza in Italia sottolineando che i dieci italiani più ricchi hanno un patrimonio equivalente a quello dei tre milioni di italiani più poveri.
 
“Tra il 1987 e il 2008 – si legge nello studio di Bankitalia -le famiglie di operai registrano una caduta nei loro livelli di ricchezza media, che passa dal 60 al 45 per cento del livello medio generale. Un calo caratterizza anche l´andamento della ricchezza delle famiglie di liberi professionisti, che tuttavia rimangono su livelli medi molto elevati (l´indice passa circa da 250 a 200); analogamente le famiglie di imprenditori e di altri lavoratori autonomi perdono qualcosa in termini relativi, ma rimangono sempre su livelli elevati (indice da 183 a 153).
 
Significativo l´aumento di benessere per i pensionati. “La categoria che, per contro, registra uno notevole miglioramento nei livelli medi di ricchezza – conclude lo studio – è quella dei pensionati, che passa da un indice di 61,6 a 97,8, raggiungendo quasi la media dell´intera popolazione. La distribuzione della ricchezza tra le classi di età ha subito una profonda trasformazione; mentre nel 1987 le famiglie di giovani erano su livelli medi non lontani dal totale della popolazione, a partire dal 2000 queste famiglie vedono peggiorare decisamente la loro condizione; il contrario accade per gli anziani, che nel periodo considerato vedono migliorare nettamente la loro posizione relativa”.
 
Sorprendente l´osservazione finale che segnala come ormai la ricchezza e la sua squilibrata distribuzione non siano più percepite come la risultanza di meriti individuali: “Le evidenze disponibili – conclude lo studio – segnalano che il ruolo giocato dalle proprie scelte nel determinare il proprio livello di ricchezza non è poi così elevato, fornendo una conferma alle opinioni espresse dai cittadini italiani nelle indagini qualitative sopra richiamate e giustificando una certa propensione alla redistribuzione”.
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