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Usa-America latina, verso la depenalizzazione delle droghe?

Barack Obama si aggiunge al resto dei leader di America per discutere per la prima volta di nuovi metodi per combattere il traffico di droghe. Questa volta c’è anche la depenalizzazione come una mossa disperata per ridurre la violenza, che sta bloccando la crescita economica, mettendo in difficoltà il progresso sociale e condizionando lo stato democratico della regione.
 
Questo tema, assieme all’isolamento di Cuba e l’incremento del commercio nel continente, saranno l’agenda del vertice Cumbre de las Américas. Il 14 e 15 aprile, circa 33 presidente del continente latinoamericano si daranno appuntamento questo fine settimana nella città di Cartagena de Indias, Colombia.
 
E la Colombia è il contesto perfetto per capire come il narcotraffico può danneggiare un paese, ma anche l’esempio ideale di come è possibile uscirne con un piano adeguato di fermezza istituzionale e unità nazionale. Oggi la Colombia non è più il centro mondiale della produzione di cocaina e gode di un’economia solida e una situazione politica stabile. Anche se il conflitto si è aggravato nei paesi vicini: Messico, Centroamerica, Brasile e Venezuela.
 
Per molto tempo, gli Stati Uniti sono stati accusati di essere i principali consumatori di droghe, con una colpevole tolleranza alla vendita, mentre Washington sostiene che è necessario reprimere nel punto di origine del commercio illegale.
 
Ore prima di ricevere ai suoi invitati, il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, ha dichiarato il bisogno di “prendere il toro per le corna ed iniziare un dibattito serio sul tema per capire se siamo capaci di trovare un’alternativa”. Santos è il principale promotore ad elevare la discussione sulla depenalizzazione delle droghe al più alto livello, cioè, la Cumbre de las Américas.
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