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Il vademecum per gli imprenditori italiani in Russia

Il volume è sostanzioso, ma per un Paese che si estende su nove fusi orari e conta oltre ottanta enti territoriali è un´opera di evidente sintesi: la Guida per gli operatori economici italiani nella Federazione russa mette a disposizione degli imprenditori italiani che vogliano investire in Russia – o già lo fanno – le informazioni che “ognuno potrebbe raccogliere da sé, ma impiegando sei mesi” riassume l´ambasciatore Zanardi Landi. Regista di questa operazione ´vademecum per l´imprenditore´, il capo della sede diplomatica a Mosca ha introdotto e moderato la presentazione della guida oggi al Senato, affiancato dal sottosegretario agli Esteri Marta Dassù, dall´ambasciatore russo a Roma Alexei Meshkov, dal presidente dell´Ice Riccardo Monti, oltre che Luisa Todini co-presidente del Foro di dialogo italo-russo delle società civili e il presidente di Unindustria Aurelio Regina.
 
Schede, dati, censimento degli operatori, zone speciali, agenzie governative russe per gli investimenti, guida fiscale e così via, per 815 pagine elaborate da un gruppo di lavoro all´opera per otto mesi. Hanno contribuito Ice, la Camera di Commercio italo-russa, Confindustria, Promos, GIM-Unimpresa, KPMG e Studio legale Pavia e Ansaldo. Un´opera di sinergia tra mondo diplomatico ed economico, ha rilevato Dassù, sottolineando che in un momento di crisi come questo per il nostro Paese “un aumento della domanda non può venire che dall´esterno, dall´export”. E le relazioni commerciali con la Russia, ha aggiunto, “sono in full swing, con 46 miliardi di dollari di interscambio, ma vanno rafforzate anche attraverso relazioni politiche di peso”.
 
Non è forse un caso, quindi, che proprio durante la presentazione della guida l´ambasciatore Meshkov abbia annunciato che domani a Camp David Mario Monti incontrerà il neo-premier Dmitri Medvedev. Mentre “si sta lavorando” per una visita del presidente del Consiglio in Russia, forse già a giugno, e per un vertice “ai massimi livelli” nella seconda metà dell´anno.
 
Meshkov ha descritto un´economia, quella del suo Paese, con “i migliori indicatori non solo del G8, ma del G20”: crescita del Pil prevista quest´anno attorno al 4%, debito pubblico sotto il 10% del Pil, inflazione scesa in pochi anni dal 13% al 7%. E ha ricordato la grande sfida della terza presidenza Putin, quella di diversificare e modernizzare un´economia sempre troppo dipendente da gas, petrolio e materie prime in genere. Per questo “ci serve collaborazione e cooperazione” ha detto l´ambasciatore, ricordando che in Russia ci sono Eni, Enel, Intesa Sanpaolo e Unicredit, “ma anche piccole aziende familiari che vendono piccole quantità di prodotti di eccellenza”.
 
A queste piccole e medie imprese è in particolare rivolta la guida – presto sarà disponibile l´e-book – per l´imprenditore italiano che va in Russia, dove oltre a Mosca e Pietroburgo “ci sono tante città di medie dimensioni” in cui sta emergendo una classe media che apprezza molto il ´made in Italy´, ha fatto notare Riccardo Monti. Il presidente della neo-costituita Ice (Agenzia per la promozione all´estero e l´internazionalizzazione delle imprese italiane) ha annunciato a breve “un programma straordinario di iniziative in Russia, che riguarderà anche le regioni”, oltre a un potenziamento dell´ufficio di Mosca.
 
In Russia oggi ci sono circa 300 imprese italiane, oltre a 800 presenti, ma ´non stabili. “Di queste, 60 hanno attività produttive in loco – ha precisato Vittorio Torrembini, presidente di GIM Unimpresa, l´associazione delle imprese italiane operanti nella Federazione Russa – questo è il patrimonio che va sviluppato”. I settori più promettenti? Dagli elettrodomestici alle macchine utensili, alla componentistica elettrica ed elettronica, fino al più tradizionale settore energetico.
 
Vladimir Putin è tornato il 7 maggio al Cremlino e ha trovato un Paese diverso da quello che lo ha visto presidente dal 2000 al 2008. “C´è una classe media diversa e in crescita”, come ha evidenziato Dassù oggi, c´è un´economia che certo va meglio dell´Europa sul breve termine, ma che non può permettersi di restare appesa per sempre al prezzo del petrolio. Un Paese dove l´industria nazionale non soddisfa ancora il 50% della domanda interna, come scrive il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera nella prefazione alla guida e dove quindi “il sistema produttivo italiano ha molto da offrire”. In questo contesto, la guida presentata oggi – “solo un calcio d´inizio” dice Zanardi Landi – vuole essere un concreto strumento di aiuto, alla conquista dei “grandi spazi di crescita degli investimenti delle imprese russe in Italia” ha concluso il presidente di Unindustria, Aurelio Regina.
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