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La Cina ai saldi europei

Se nella grande roulette dell’economia internazionale i capitali asiatici tengono banco, sono gli investitori cinesi a svolgere la parte del leone. Pechino cerca di dettare i tempi alla ristrutturazione industriale globale. L’ultimo passo di questo trend arriva dall’industria automobilistica e le prove le fornisce uno studio di PricewaterhouseCoopers.
 
Secondo l’impresa internazionale di consulenza infatti in questo settore lo scorso anno il volume delle transazioni internazionali è cresciuto di 520 unità. Nel 2011 tra fusioni, partecipazioni e acquisizioni sono state effettuate 600 operazioni per un valore commerciale di 45 miliardi dollari di cui un terzo proveniente dai portafogli asiatici. Quasi doppio il volume d’affari rispetto al 2010 quando in ballo vi erano stati 25 miliardi di dollari. Nella sola Germania Pechino ha acquisito Saargummi, azienda specializzata nel settore delle guarnizioni, Ksm Casting produttrice di componenti in metallo leggero, Kiekert all’avanguardia nelle serrature di sicurezza e Preh fabbrica specializzata in impianti di condizionamento d’aria elettronici. Tutte aziende che hanno ricevuto notevoli vantaggi dal cambio di proprietà. Esemplare il caso di Joyson. Il passaggio in mani cinesi della maggioranza ha permesso un balzo del 20 percento dei profitti dell’azienda produttrice di pezzi di ricambio per automobili portandone il fatturato ai livelli record di quarantuno milioni di euro.
 
Guardando con maggiore attenzione al paniere della spesa degli investitori asiatici nasce l’impressione che l’economia dell’Impero di mezzo punti soprattutto verso i mercati a più avanzati del vecchio continente. L’industria automobilistica cinese spinge con forza verso occidente per avere accesso soprattutto a tecnologia e ricambi. È possibile prevedere che questo sviluppo proseguirà nei prossimi anni dato che Pechino vede nelle acquisizioni imprenditoriali un mezzo per accelerare le proprie conoscenze tecnologiche. Finora la aziende di stato dell’Impero di mezzo all’estero si erano fatte largo nel settore energetico. Ora però i rapporti di forza interni all’industria di Pechino sarebbero in via di trasformazione. Il ramo automobilistico cinese sta diventando un settore chiave dello sviluppo nazionale e si attrezza per tenere più lontano possibile dal proprio mercato i produttori stranieri. Per questo serve accumulare più conoscenze ed esperienze possibili.
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