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Nuova bomba a Bogotà. Torna l’ombra del terrorismo

Il sud di Bogotà è stato evacuato nel pomeriggio della domenica mentre uomini della polizia antiesplosiva disattivavano una carica di esplositivi contenuti in una valigia. La scoperta è avvenuta grazie alla segnalazione dei vicini, che avevano visto nella via 23 del barrio El Claret un uomo sospetto. Nel suo bagaglio aveva circa 8,6 chili di esplosivi. Vicino alla valigia, sono state trovate due batterie e 25 metri di cordone detonante. L’esplosivo aveva la potenza di causare danni in un raggio di 300 metri.
 
Su quell´uomo una brigata dell’esercito stava facendo delle indagini da qualche settimana. Era un membro del fronte 21 delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc).
 
Una nuova minaccia che aumenta la paura dopo l’attentato dello scorso 15 maggio contro l’ex ministro Fernando Londoño Hoyos, dove due persone sono morte e altre 39 sono rimaste ferite.
 
Libertà per Roméo Langlois
Le Farc hanno annunciato attraverso un comunicato diffuso la notte di questa domenica che il prossimo 30 maggio sarà liberato il giornalista francese Roméo Langlois, che compie oggi un mese di prigionia. “La liberazione si terrà il prossimo mercoledì 30 maggio, opportunamente con la missione umanitaria formata dal delegato francese, la Croce Rossa e la senatrice Piedad Córdoba”. Il rappresentante francese è stato designato direttamente dal neo-presidente François Hollande.
 
Le condizioni delle Farc per la liberazione di Langlois sono state la partecipazione di Córdoba nelle negoziazioni e la sospensione delle attività militari nella zona dalle sei del pomeriggio del 29 maggio alle sei del mattino del 31.
 
Langlois è stato rapito il 28 aprile, quando un gruppo di guerriglieri ha fatto un’operazione contro un battaglione dell´esercito. Langlois era presente perché voleva coprire l’informazione nella zona rurale di La Montañita, municipio del Caquetá, dove un altro giornalista è scomparso e sono morti quattro militari. Il 2 maggio le Farc hanno annunciato che Langlois era un altro dei loro “prigionieri di guerra”.
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