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Rottamatori o demolitori?

Perchè in Italia ogni volta che si tenta di cambiare qualcosa, la si butta in “caciara“? Sembra di assistere alla sagra della porchetta di Ariccia. Tutti che parlano, litigano, urlano, sputano. Nessuno che propone. Nessuno che produce idee nuove. Nessuno che pensa. Al bene del Paese, ad esempio.
I giornali, affamati di notizie, le costruiscono come case di carta, poi basta una folata di vento e si sgretolano su sé stesse.
Ora c’è la moda dei #Rottamatori, nel Pd, nel PDL, nell’UDC, nella Lega, nel FLI.
 
Sono progressisti, moderati, riformatori, liberali, radicali, estremisti. Tutti d’accordo. Rottamiamo!!! Mandiamoli a casa. Peccato che poi sono sempre gli stessi a proporsi, e nessuno disposto a farsi da parte. Ora Berlusconi, ad esempio, dopo la c……. del presidenzialismo alla francese, ha deciso di “rottamare” il PDL, candidando però lo stesso segretario da lui nominato qualche mese fa, Angelino Alfano, poi sta programmando di rispondere al demolitore Beppe Grillo e al suo movimento con la pazzia di Italia Pulita e il Settebello. Settebello? Il sette di denari? Che giochiamo a scopa? La squadra di pallanuoto? Macché, no, vorrebbe creare sette liste civiche, capeggiate da personaggi “nuovi” e “moderati” come Daniela Santanchè, ex Alleanza nazionale, e Vittorio Sgarbi, una personcina a modo, tranquilla, moderata, che sta in politica dal 92, chiamato il più grande trasformista d’Italia, candidato con i Comunisti, i Socialisti, poi i liberali, i radicali, Forza Italia, Gruppo Misto, Repubblicani, fino alla Lista civica che lo ha eletto sindaco di Salemi, amministrazione comunale poi commissariata per infiltrazioni mafiose. Insomma una persona coerente, corretta, di cui fidarsi (ci tengo a precisare che lo stimo come critico d’arte e uomo di cultura, un pò meno per le scelte politiche). E poi una lista con Gerry Scotti e una dedicata ai cani e ai gatti. Ma dai. manca solo Topolino ed Emilio Fede e siamo tutti. Come? Emilio Fede ci sarà? Ma pensavo che bastassero la moglie senatrice e la moglie del collega Bruno Vespa, sempre senatrice, nonché appena nominata componente dell’Authority sulla privacy. Vabbè.
 
E poi ci sono le cd. NOVITA’.
I veri volti nuovi, che però non mi convincono ancora.
Su tutti Matteo Renzi, che twitta molto ma non si capisce se si svincola o no dal suo vecchio partito, talmente vecchio che ancora fa parlare Romano Prodi. Renzi sarebbe una buona idea, ma da sviluppare.
Montezemolo invece, va sì veloce col suo Italo ma non trova il binario giusto per inserirsi con la sua Italia Futura, che sta già diventando vecchia ancor prima di nascere politicamente (pensate che l’associazione Italia Futura ha già 3 anni e ancora non si è schierata!!!).
 
E poi è arrivato anche Enrico Mentana, fondatore del Tg5 vent’anni fa, che ha detto una cosa interessante. Ha affermato su facebook che se non facesse il giornalista, fonderebbe un partito per i giovani. Precisamente ha detto:
“Mi piacerebbe fondare un movimento per il lavoro ai giovani, da portare alle elezioni. Poggerebbe su un programma semplice: ribaltare tutto il nostro impianto sociale e normativo, politico e sindacale, che tutela fino in fondo chi è già inserito nel mondo del lavoro, delle professioni e della pubblica amministrazione – dai diritti sul lavoro, ai mutui, ai sussidi …di disoccupazione, alle pensioni – tutto a scapito delle nuove generazioni. […] Quando avevo 25 anni potevo scegliere che mestiere fare, e con me tutti i miei coetanei. Provo oggi rimorso per l’ingiustizia che stiamo compiendo verso i ventenni di oggi”. E rilancia infine: “Sarebbe bello e giusto battersi per invertire la tendenza, con forza. A qualcuno potrebbe sembrare un po’ un’esca, del tipo Io la butto lì e vediamo come reagiscono” (Fonte: Corriere.it)
Se non avesse 60 anni lo avrei seguito.
 
Noi giovani vogliamo impegnarci. Non vogliamo aderire a nuovi movimenti creati dai vecchi. Vogliamo essere protagonisti del nostro destino. Vogliamo creare la nostra alternativa a questo presente.
Sembra la Repubblica delle banane, ma le banane le importiamo dalla Colombia e dal Costarica. Non si producono in Italia. Invece noi, le cazzate che produciamo, le distribuiamo su tutta la penisola. Meno male che non le esportiamo. Le cazzate. Le banane invece, i fratelli Orsero le esportano in tutto il mondo. Ma le cazzate, a parte che non dovremmo proprio produrle, però a questo punto, almeno tenersele in patria, no?
Vi lascio con le parole di un rapper italiano di vent’anni, Fedez:
“Benvenuti in Italia, la Repubblica dei demoni, qui è già un pezzo avanti solo esser consapevoli”.
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