Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Sostenibili per strategia

Nel giugno del 1992 l’Earth summit, la Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo, portò il tema dello sviluppo sostenibile al primo posto nell’agenda politica mondiale. Sulla scia del Summit la comunità internazionale adottò tre importanti trattati (su cambiamento climatico, diversità biologica e desertificazione) che disegnavano un sistema normativo globale con lo scopo di assicurare ad ogni Paese il diritto alla crescita economica e sociale e al contempo di garantire la tutela dell’ambiente. Eni fu una delle poche realtà private a prendere parte alla Conferenza.
 
Nel Dna dell’azienda, sin dalla fondazione, vi è, infatti, la coniugazione di crescita e sviluppo sostenibile delle comunità che ne ospitano le attività. “Compagnia petrolifera senza petrolio”, come veniva definita sarcasticamente dai concorrenti internazionali, Eni fronteggiava majors consolidate sul mercato internazionale, adottando un modello di cooperazione che mirava a conciliare esigenze di sviluppo locale, ambizioni industriali italiane ed eccellenza operativa.
 
La partecipazione alla Conferenza del ‘92 avvenne anche attraverso la Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem), il centro di ricerca indipendente creato pochi anni prima con lo scopo specifico di studiare le correlazioni fra energia, economia e ambiente, ciò che noi oggi chiamiamo sostenibilità. La Fondazione diede sostegno alla delegazione italiana offrendo la propria competenza su una vasta gamma di temi e mantenne un rapporto costante nel tempo con la delegazione, soprattutto in riferimento ai lavori della commissione Sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, ai negoziati per il Protocollo di Kyoto e alle attività dello Intergovernmental panel on climate change (Ipcc).
 
In vista dell’Earth summit, Eni attivò il comitato “Eni Eco ‘92” con lo scopo di qualificare la partecipazione italiana e di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della conferenza. Peraltro, unica italiana tra 20 imprese, la società aveva già partecipato nel 1990 alla fondazione del World business council for sustainable development con l’obiettivo di veicolare il contributo del settore privato all’Earth summit.
 
A distanza di venti anni, la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio+20) rinnova l’impegno della comunità internazionale, ne definisce nuovi obiettivi e raccoglie gli impegni ad agire del settore privato, della società civile, dei governi di tutto il mondo. Rio+20 rivoluziona il modo di intendere lo sviluppo sostenibile superando l’idea di equilibrio tra tutela ambientale e crescita economica per aprirsi al concetto di inclusive green economy in cui la sostenibilità ambientale diventa addirittura il motore del benessere economico e sociale.
 
La sfida è tutt’altro che banale e richiede capacità di innovazione e coraggio di investire in grandi progetti, in particolare in Paesi in via di sviluppo spesso caratterizzati da difficoltà di accesso ai finanziamenti necessari.
 
Tra le questioni che verranno affrontate a Rio+20, l’accesso universale all’energia sostenibile ricopre un ruolo cruciale. Oggi 1,3 miliardi di persone non ha accesso all’energia elettrica e 2,7 miliardi dipendono dalle biomasse tradizionali per cucinare e scaldarsi. Il 95% di queste persone vive nei Paesi in via di sviluppo. L’accesso ai servizi energetici sostenibili è un requisito essenziale per lo sviluppo socio-economico e la tutela dell’ambiente a livello locale e globale. Infatti, sebbene non sia incluso tra gli Obiettivi di sviluppo del millennio, l’accesso all’energia li sottende tutti ed è condizione imprescindibile per il loro raggiungimento.
 
Con Rio+20 l’accesso all’energia entrerà nella scena internazionale grazie all’iniziativa del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon: Sustainable energy for all, che raccoglie gli impegni di governi, imprese e società civile ad adottare le necessarie riforme e misure per assicurare l’accesso universale all’energia sostenibile entro il 2030. Eni supporta Sustainable energy for all sin dal lancio e ha collaborato a svilupparne struttura e missione. Lavorando in partnership con Global compact, Eni ha promosso una task force che conta oggi sulla partecipazione di oltre 20 compagnie multinazionali, due banche di sviluppo e tre organizzazioni internazionali. La task force, pienamente integrata in Sustainable energy for all, sostiene la definizione di impegni concreti ad agire del settore privato e la creazione delle condizioni necessarie perché questi vengano dispiegati su larga scala. In questo contesto Eni intende rafforzare i propri progetti di accesso all’energia, soprattutto in Africa dove è il primo operatore internazionale nel settore oil&gas.
 
La partnership con Earth institute, il centro di ricerca della Columbia University dedicato allo sviluppo sostenibile, rafforzerà questo impegno attraverso lo studio di strumenti di valutazione e monitoraggio e di soluzioni innovative e replicabili. L’obiettivo è massimizzare il contributo dei progetti Eni per gli Obiettivi di sviluppo del millennio e per i futuri “Sustainable development goals”.
 
Anche nei Paesi industrializzati la green economy ha un ruolo importante per rivedere modelli produttivi in crisi di redditività economica e sostenibilità sociale. Il progetto di riconversione industriale del polo petrolchimico di Porto Torres in Sardegna, Matrìca, che Eni conduce in partnership con Novamont, ne è un esempio. Eni investirà 500 milioni di euro per riqualificare il sito, oggi strutturalmente non competitivo, e per recuperarne la sostenibilità socio-economica e ambientale trasformandolo nella più grande bio-raffineria a livello globale.
 
Attraverso la completa sostituzione del feedstock fossile con feedstock rinnovabile si intende, infatti, ottenere la piena riciclabilità del prodotto, ma anche l’ingresso in un mercato in forte espansione che permetterà la salvaguardia dei posti di lavoro e dell’indotto, minacciati oggi dalla crisi del settore, nonché la promozione di green job nell’industria agricola locale. L’intero impianto sarà inoltre alimentato con energia elettrica rinnovabile ricavata dagli scarti del feedstock. In questo modo Eni intende raccogliere con progetti industriali concreti e ambiziosi la sfida di alta portata lanciata da Rio+20.
×

Iscriviti alla newsletter