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Misteri e perversione mistica nella bara di De Pedis

Finalmente, due giorni fa, le ossa del malavitoso romano Enrico De Pedis sono uscite dalla cripta dell’Apollinare e, alla presenza di moglie e fratelli, sono state portate altrove da un furgoncino delle pompe funebri. Com’è noto il corpo era stato seppellito nella Basilica per volere della famiglia dopo che De Pedis fu ucciso in una sparatoria a Campo de Fiori il 2 febbraio 1990 e dopo aver ricevuto il nulla osta dell´allora vicario di Roma cardinale Poletti.
Il suo nome entrò nella vicenda Orlandi, invece, successivamente quando una telefonata arrivò più o meno inattesa nel 2005 alla trasmissione ´Chi l´ha visto´, suggerendo di andare a vedere chi fosse sepolto nella cripta di Sant´Apollinare. In tal modo, con un colpo di scena tremebondo, si sarebbe potuto risolvere finalmente il mistero della scomparsa della giovane ragazzina.
 
I magistrati romani titolari dell´inchiesta sul caso Orlandi hanno disposto poche settimane fa la ricognizione sui resti di De Pedis avvenuta il 14 maggio scorso. Visto il buono stato di conservazione è stato possibile identificare immediatamente che si trattava del boss della Banda della Magliana, fatto poi confermato anche dalle impronte digitali.
Al di là dell’intrigo internazionale che avvolge questa triste vicenda, l’aspetto che colpisce in profondità è il modo in cui alcuni mezzi d’informazione hanno trattato e condotto fin qui l’avvenimento, caricandolo di un alone oscuro di misteriosi complotti e spettacolari rivelazioni, a dire il vero un tantino tardivi e non privi di clamorose contraddizioni. Confessioni, tra l’altro, incrementate da un personaggio, l’attentatore del Papa, Alì Agca, che in fatto d’inattendibilità è difficile possa essere superato da qualche altro essere umano.
 
Certo, come non provare un interesse quasi morboso per la Banda della Magliana, per Renatino il criminale generoso, tanto amato dai prelati, per i Lupi Grigi e per una povera ragazza del cui destino si è persa ogni traccia da più di trent’anni, ma che si continua a ritenere viva da più parti?
Il problema qui non è, in ogni caso, questa ancestrale voglia di ficcare il naso nell’inesplorabile e incomprensibile nemesi di un passato molto più narrabile di un romanzo criminale, ma la logica con cui intere trasmissioni televisive mescolano realtà e finzione, unendo surrettiziamente il coinvolgimento provato di alcuni sacerdoti di Santa Romana Chiesa ad una crudele forma di misticismo malefico che modifica in caccia alle streghe i reportage e in covo di criminali i sacri palazzi della Città Eterna.
 
Non c’è che rimanere ammirati e atterriti, e lo dico senza ironia, di come genialmente si permuta televisivamente la bandiera mistica di cui è colma l’autorità spirituale della Chiesa in un’imponderabile volontà di potenza che riesce perfino a dominare il mondo suburbano con la sua intangibile forza e con la sua acutissima intelligenza criminale. Una Chiesa, insomma, che da un lato appare incapace di gestire in modo limpido la più banale delle operazioni amministrative, ossia le dimissioni del presidente della sua Banca, ma che senza la minima incoerenza ha una capacità diabolica di padroneggiare e condurre la malavita romana a finalità degne di Arsenio Lupen, arrivando perfino a camuffare e occultare la verità per così tanti anni.
 
Ali Agca, Emanuela Orlandi, Enrico De Pedis, in realtà, sono pezzi di un puzzle che non è più reale di un film di Scorsese e di Placido, e il cui senso, se esiste, è frutto del teatrum orbis di un abile giornalismo spregiudicato. Oltre a non ammettere interferenze di sorta, alcuni media vigilano affinché il desiderio mistico secolarizzato rimanga sintonizzato nella perversa modalità arcana di dominio del male negli affari e nella politica che solo il sacro e il religioso possono realizzare. E chi può farlo meglio, di fatto, degli eredi sacerdotali della Sciarada di Papa Mastai, come recitava il titolo di un bellissimo romanzo giallo di Giulio Andreotti?
L’importante è che non si conosca mai la vera realtà perché il più delle volte è banale e non fa notizia. Infatti, quanto realmente accade, purtroppo, anche nelle vicende efferate è squallido e confuso, e non è in grado di per sé, con la sua asciutta elementarità, di colmare il vuoto interiore che spinge ciascuno di noi a tuffarsi nell’irrazionale e a sopperire all’ignoranza con la magia e con le oscure cospirazioni.
 
D’altronde, è vero che qualcosa di misterioso in queste vicende c’è. E’ vero che qualche filo rosso lega tutto insieme accadimenti tanto diversi. Ma non è la Chiesa. E’ semmai la stessa macabra necessità psicologica che ognuno di noi ha nell’inconscio di leggere un oroscopo e di affidare ai pendolini di una vecchia strega il proprio futuro inafferrabile, preferendo le vertigini del complotto e dello strategico disegno diabolico alla razionale ignoranza e alla tiepida banalità del quotidiano.
Il religioso, d’altronde, si sa, sta al superstizioso come la verità di queste malefatte alla loro colorazione giornalistica. Cattivi pensieri e perversioni mistiche alimentate con un’abilità comunicativa senza precedenti, la quale, questa sì, ci riporta diritti diritti al Medioevo più buio.
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