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#YoSoy132. Il movimento degli indignados alla messicana

Manca poco per le elezioni presidenziali messicane del prossimo 1° luglio. Una guerra mediatica, quella della campagna elettorale, che ha lasciato spazio per la retorica e le accuse, trascurando le proposte per combattere la corruzione, la violenza e il narcotraffico.
 
I candidati più forti sono tre: Enrique Peña Nieto, candidato del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI); Andrés Manuel López Obrador, del Partito della Revolución Democratica e di Josefina Vázquez Mota, del partito Azione Nazionale (PAN). I sondaggi danno in testa Peña Nieto, avvocato di 45 anni e leader del partito che per 71 anni ha governato il Messico.
 
Molti puntano come motivo del successo sulla figura della moglie, la famosa attrice di telenovelas, Angélica Rivera Hurtado, ma quello che di certo sta aiutando il PRI è l’allarmante ondata di violenza che colpisce il paese sudamericano proprio da quando il PRI non è al potere. Dal 2006, con la vittoria di Felipe Calderón, più di 50mila messicani hanno perso la vita nella guerra contro il narcotraffico. Senza che si intraveda ancora la fine.
 
Una realtà complessa, quella del Messico, che i giovani stanno sapendo interpretare prima di andare alle urne il prossimo 1 luglio. La campagna elettorale è stata accesa negli ultimi mesi dal movimento “#YoSoy132”, una specie di “Indignados” alla messicana, ovvero, “Enojados”.
 
Tutto cominciò lo scorso 11 maggio. Peña Nieto ha partecipato all’Università Iberoamericana ed è stato contestato da molti studenti. Nonostante l’istituto sia privato e, in teoria, appartenente al target del candidato priista. Alla fine della manifestazione, il presidente del PRI, Joaquín Coldwell, disse che le persone che avevano protestato contro l’intervento di Peña Nieto erano state pagate e non facevano parte della popolazione studentesca. La notizia è stata ripresa da tutti i media come un “complotto contro l’immagine del candidato”.
 
La risposta dei ragazzi è stato un video dove 131 studenti dell’Università Iberoamericana, a viso scoperto, si identificano con nome e cognome facendo vedere la propria tessere da studenti e si pronunciano contro il progetto politico di Peña Nieto. E´ bastato poco per fare nascere su Twitter l’iniziativa “#YoSoy132” e avere il sostegno (ecco la lettera) con la quale artisti, intelettuali, politici e cittadini comuni si sono aggiunti come numero “132” della lista.
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