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Il Bosone di Higgs esiste

“Abbiamo osservato un nuovo bosone”, ma “abbiamo bisogno di più dati” per verificare che si tratti davvero del “bosone di Higgs”, ha detto Joe Incandela, nel corso di un seminario scientifico organizzato a Ginevra dall´Organizzazione europea per la ricerca nucleare.

I ricercatori del Cern, hanno presentato ufficialmente questa mattina la scoperta del Bosone di Higgs. Ma sono necessarie ulteriori verifiche per stabilire che si tratti proprio dell´ultimo pezzo del puzzle per costruire la foto di famiglia delle particelle elementari che costituiscono la materia. Lo ha detto un portavoce del Cern.
 
La particella scoperta è “compatibile” con le caratteristiche del “bosone di Higgs”, afferma un comunicato del Cern. “Abbiamo superato una nuova tappa nella nostra comprensione della natura”, ha detto il direttore generale del Cern, Rolf Heuer. “La scoperta di una particella le cui caratteristiche sono compatibili con quelle del bosone di Higgs”,anello mancante nella teoria delle particelle elementari, “apre la via a ulteriori studi, che richiedono più statistiche, che stabiliranno le proprietà della nuova particella”.
Attualmente i ricercatori sono riusciti a delimitare le caratteristiche della particella, grazie alle esperienze condotte nei mesi passati dai team europeo e statunitense. I due esperimenti del Fermilab (denominati “Cdf e DZero”) hanno utilizzato dei metodi differenti rispetto a quelli europei (“Atlas” e “Cms”), ma sono giunti alle medesime conclusioni: la massa del bosone va ricercata nell´intervallo fra i 115 e i 127 GeV, identico a quello predetto dal Cern; tuttavia il margine di fluttuazione statistica non è ancora sufficientemente basso (meno di uno su 3,5 milioni) da poter confermare con certezza l´esistenza della particella.
 
Per quel che riguarda i risultati del Cern, “Atlas” esclude al 95% la presenza della particella nell´intervallo di energie compreso fra i 131 e 453 GeV mentre rileva un possibile picco a 126 GeV (un livello di energia che corrisponde a poco più di cento volte la massa del protone), mentre il “Cms” conferma alcuni eventi “interessanti” nell´intervallo tra 120 e 131 GeV, con un picco sotto i 130 GeV.
L´obiettivo dei ricercatori è quello di verificare – grazie soprattutto all´Lhc, il “Large Hadron Collider” – l´esistenza delle particelle supersimmetriche e delle dimensioni nascoste previste dalla teoria delle stringhe, oltre a comprendere meglio l´esatta natura della materia ed energia “oscure” che costituiscono gran parte della massa dell´Universo; il “bosone di Higgs” però rimane l´ultima particella prevista dal modello standard della fisica quantistica ancora da scoprire.
 
Teorizzata nel 1964 dal fisico scozzese Peter Higgs e ribattezzata “particella di Dio” (leggenda vuole perché un pio editore cambiò il titolo “Goddam particle” – “particella maledetta” – in “God´s particle”), il bosone (o meglio il “campo di Higgs” di cui è prodotto) è all´origine della manifestazione della massa e la conferma della sua esistenza potrebbe far compiere passi avanti nelle Teorie di Unificazione, verificate per le forze nucleari ed elettromagnetiche ma dalle quali la gravità rimane ancora esclusa.
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