“Non leggo pubblicità, altrimenti starei tutto il tempo desiderando cose”. Questo era il pensiero di Franz Kafka. Nato a Praga nel 1883, Kafka rimane uno scrittore di un’attualità illuminante. Autore di classici del ‘900 come il romanzo “Il castello”, “Il processo” e il racconto “La metamorfosi”, imprimeva alla sua letteratura uno stile carico di ironia. I suoi personaggi vivevano intrappolati in situazioni confuse, dalle quali era impossibile scappare, ma riusciva efficacemente a condannare i regimi con queste caratteristiche.
Mitico il signore “K”, che non è riuscito a superare gli ostacoli burocratici per accedere al castello. O Josef K, una povera vittima della precaria amministrazione della giustizia in un processo che non riesce ad avvenire mai. L’indimenticabile Gregorio Samsa si sveglia dopo una metamorfosi come un ripugnante scarafaggio, simbolo della discriminazione delle minoranze e l’alienazione.
La vita di Kafka non è stata semplice. Dominato dall’autorità paterna, era un bambino quando sono morti due dei suoi fratelli. Altre due sorelle sono morte vittime dell’Olocausto. Kafka è morto a 40 anni e l’umanità è in gra debito con il suo grande amico, Max Brod, che non ha eseguito il suo desiderio di distruggere i manoscritti dopo la sua morte e ancora vengono letti.
