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Il piano anti-debito di Alfano

Un Fondo “privato” dove far confluire i beni patrimoniali pubblici da “valorizzare”, dagli immobili alle municipalizzate: è questa la proposta che il Pdl avanzerà al Governo per l´abbattimento del debito pubblico, “vera misura antispread”. L´idea, elaborata da una commissione coordinata dall´ex ministro Renato Brunetta, è contenuta in un documento di 15 pagine, che sarà presto consegnato al presidente del Consiglio Mario Monti.
 
“Noi pensiamo che l´operazione valga 400 miliardi di euro”, ha affermato l´esponente azzurro, secondo il quale attraverso questo strumento “si può arrivare a finanziare lo sviluppo del Paese e a garantire una riduzione delle tasse. L´obiettivo è di ottenere un punto in meno di pressione fiscale all´anno per cinque anni” ma anche di “riportare il debito pubblico a livelli europei, cioè sotto il 100% del Pil”.
Alfano ha spiegato che il progetto è nato da una collaborazione fra i molti parlamentari presenti alla riunione e “coordinati mirabilmente da Renato Brunetta. Abbiamo studiato le proposte dei professori Paolo Savona, Rainer Masera e Francesco Forte”.
 
“Lo strumento del Fondo ci metterebbe al riparo dall´andamento dei mercati, dal rischio di “svendere” il patrimonio pubblico”, ha spiegato Alfano. Il Fondo “avrebbe un rating altissimo perché garantito dal valore dei beni conferiti; emetterebbe obbligazioni e per legge i proventi del Fondo sarebbero destinati ad abbattere il debito pubblico”.
Secondo il segretario del Pdl “il punto strategico del Fondo sarà individuare i beni che gli saranno destinati senza dismettere asset strategici”.
 
Per i dettagli del piano, Alfano ha precisato di volerli affidare al Governo: “C´è un luogo dove tutti i dati sono disponibili ed è via XX settembre (il ministero dell´Economia, ndr). Non vogliamo scrivere noi il disegno di legge”. Ma ne ha illustrato le linee guida: “La vendita di beni pubblici, anche immobiliari, a cominciare dalle caserme e dalle case popolari, dovrebbe rendere 20 miliardi l´anno; poi pensiamo a una serie di convenzioni fiscali con la Svizzera sulle attività là custodite. Quindi i soldi in Svizzera devono rientrare ed essere tassati negli anni successivi; la valorizzazione e la vendita dei beni pubblici, come le municipalizzate; infine si possono valorizzare le concessioni demaniali, ad esempio le spiagge”.
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