Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Ma chi è disponibile a morire per Bruxelles?

L’Unione europea è stata costruita attorno alla Germania e al modello di sviluppo tedesco negli anni ‘50 e ‘60, quando il Paese beneficiava dell’accesso diretto al mercato americano e della protezione interna di alcuni settori. L’incapacità di ridurre il debito deriva in parte dall’incapacità di competere con la Germania. In normali circostanze, le economie dei Paesi in via di sviluppo crescono grazie alle esportazioni, spinte dai salari più bassi, ma la moneta comune impedisce ai Paesi europei arretrati di trarre vantaggio dai salari inferiori.
 
C’è però un problema più grave ed è che la capacità di gestire il bilancio, e anche il diritto di indebitarsi, sono elementi centrali della definizione di sovranità nazionale. Se questo diritto sarà trasferito dai governi nazionali a funzionari non elettivi, nominati da un ente multinazionale, allora in Europa assisteremo a una profonda metamorfosi del concetto di democrazia. La Ue ha già conosciuto trasferimenti di potere sovrano dai governi e dagli elettorati nazionali, ma nessuno è paragonabile a quella implicita nella proposta di controllo del debito. I governi eletti non potranno stimolare le loro economie senza il consenso di Bruxelles, né saranno in grado di fare piani di spesa a lungo termine emettendo titoli. Bruxelles avrà dunque un enorme potere sui singoli Stati membri. Questa possibile soluzione comporta assai più che un semplice tentativo di superare i problemi bancari e debitori. Riflette piuttosto un principio della filosofia politica europea, ovvero che funzionari imparziali siano in grado di prendere decisioni migliori di politici di parte. È un’idea che ha influenzato fortemente la tecnostruttura che ha gestito la nascita dell’Unione europea, ed è chiaramente visibile nella proposta di un Consiglio sul debito europeo.
 
La questione del bilancio è fondamentale per la democrazia. È un processo fortemente politico, in quanto luogo in cui eletti ed elettori possono discutere sulla direzione da dare al Paese. Si è detto che non si può rimettere la piena discrezionalità in queste materie ad elettori e classe politica, e che la scelta dovrebbe essere affidata a funzionari non eletti. In un certo senso, è lo stesso argomento che è stato utilizzato per le Banche centrali. Il problema, naturalmente, è che le decisioni prese da questo Consiglio saranno fortemente politiche. In primo luogo, questo Consiglio dovrà essere nominato. Primo, la selezione del ministro delle Finanze dell’Europa e dei ministri finanziari presenti nel board che controllerà i debiti nazionali sarà determinata con un processo che probabilmente non prenderà in considerazione i punti di vista dei cittadini europei. Secondo, il board prenderà decisioni che influenzeranno la vita dei cittadini nelle singole nazioni. Esso in pratica deriverà da un processo politico ed influenzerà le singole nazioni. Sarà apolitico solo nel senso che i suoi membri non verranno eletti dalle popolazioni su cui governeranno, e non saranno responsabili verso di loro.
 
Oggi, ci troviamo di fronte a un processo che supera il Patto di stabilità e crescita. L’idea è che gli Stati non si indebiteranno senza il permesso di un Consiglio di nomina europea, e che il ricorso al debito avverrà attraverso un meccanismo comunitario, che impedirà scelte irresponsabili. Sarà sempre possibile emettere titoli non autorizzati, ma senza una garanzia europea il mercato li colpirà imponendo, specie a Paesi come la Grecia, tassi di interesse proibitivi. Il problema centrale è però la decisione su chi potrà e chi non potrà ricorrere al debito. Idealmente, questa decisione sarà completamente trasparente e prevedibile. In pratica, le differenze nelle posizioni dei vari Paesi saranno tali che il board dovrà prendere una qualche decisione autonoma. Dato che esso sarà composto dai ministri finanziari di alcuni Paesi membri (e che dovranno tornare nei rispettivi Paesi dopo) la questione di chi sarà escluso dal ricorso al debito verrà percepita come fortemente politica e, in alcuni casi, come estremamente ingiusta. Ed entrambe le percezioni saranno giuste.
 
Al fondo, il problema non è economico, ma quanta sovranità nazionale le opinioni pubbliche europee sono disposte a cedere in cambio di linee di credito sicure, sottoposte al controllo di funzionari che non hanno eletto. Per i sostenitori dell’Unione europea, l’idea che i leader politici siano scelti da coloro su cui governano non è un tabù. La governance razionale di capi disinteressati è un’alternativa e, in alcune circostanze, un’alternativa migliore. È un’idea non del tutto estranea alla tradizione europea. In pratica, tuttavia, può portare ad una situazione esplosiva. Il board farà scelte in base alle sue priorità e valori. Potrebbe non permettere l’indebitamento per finanziare ospedali, potrebbe farlo per salvare le banche, o anche il contrario. In ogni caso, sottraendo potere all’elettorato, rischierebbe una crisi di legittimità.
 
Il sistema è evoluto a un punto in cui, per qualche europeo, la crisi di legittimità potrebbe essere preferibile all’infinito alternarsi di crisi cicliche. Ma nel momento in cui a un governo nazionale verrà impedito di finanziare un progetto, mentre a un altro verrà consentito, scoppierà una nuova crisi. Chi stabilirà alla fine quale deficit verrà permesso, e quale no? Non sempre saranno i rappresentanti della nazione penalizzata. E questo farà scoppiare la crisi. Durante la Guerra civile americana, il futuro dell’Unione fu messo in pericolo dalla Secessione degli Stati del sud. Le decisioni vennero poi prese sul campo di battaglia, dove si sfidarono uomini pronti a morire per la causa. Chi morirà per la causa dell’Unione europea? E che cosa terrà insieme l’Unione, quando le decisioni saranno impopolari? L’idea di integrazione estensiva può funzionare, ma non senza la passione che spinge un greco o un tedesco a difendere gli interessi del suo Paese. Senza questa passione, manca all’Unione il collante che tiene insieme una nazione. Quanto più si procederà all’integrazione, tanto più ciò sarà evidente.
 
Traduzione di Marco Andrea Ciaccia
×

Iscriviti alla newsletter