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Foglie d’autunno

È passata la sbornia dei festival estivi (oltre cinquanta in Italia dove resterà memoria unicamente del Rossini opera festival e del Puccini festival – tra quelli internazionali ha primeggiato il ricco cartellone di Salisburgo) e siamo in attesa di stagioni liriche all’insegna di Verdi e Wagner (di cui ricorre il bicentenario dalla nascita), nonché di Britten (centenario). Cosa suggerire per l’autunno?
 
Ci sono due festival da non mancare, il più giovane (giunto alla dodicesima edizione) e il più antico (ormai alla settantasettesima edizione). Hanno due caratteristiche in comune: non riguardano un’unica città e sono tematici. Il primo ha il proprio centro a Jesi, ma si dipana in numerosi Comuni (e bellisimi teatri d’epoca) vicini sino al santuario di Loreto. Il secondo coinvolge tutta l’Umbria (con l’eccezione di Spoleto).
 
Il primo è dedicato alla riscoperta di due compositori nati a Jesi (o nelle vicinanze) e che, in modo differente, hanno rivoluzionato il teatro in musica: Gaspare Spontini e Giovanni Battista Pergolesi – lo scorso maggio ha ricevuto il Premio Abbiati (l’Oscar della lirica), per avere presentato l’integrale dei lavori di Pergolesi. Il secondo è dedicato alla musica dello spirito e si svolge non solo in teatri e sale da concerto, ma anche in musei, per meglio coniugare lo spirituale musicale con lo spirituale visivo.
 
Il XII festival Pergolesi-Spontini si dipana dal 31 agosto al 16 settembre (www.fondazionepergolesispontini.com). Propone, in co-produzione con il San Carlo di Napoli (dove verrà rappresentata nel febbraio 2013) un’opera di Spontini che si riteneva perduta, La fuga in maschera, e un vasto numero di concerti, sul tema “travestimenti e trasformazioni”, con un apporto di artisti internazionali.
“Angeli e demoni” è invece il tema della LVII Sagra Umbra (7-15 settembre, www.perugiamusicaclassica.com). Inizia con un concerto della Royal Philharmonic Orchestra affidata alla guida di Charles Dutoit in cui Mozart e Čajkovski sono messi a confronto come Apollo e Dioniso e fra luce e tenebra. Si può ascoltare la Kölner Akademie in una grande partitura di Cherubini, la cantata massonica Amphion, con la quale il fiorentino avrebbe dovuto debuttare a Parigi nel 1786, su commissione della Loge Olympique, ma non venne mai eseguita – quindi una prima mondiale.
 
Al mondo della spiritualità ebraica si volge quindi il concerto ideato da Francesco Seri per la chiesa del Crocifisso di Torgiano: le pagine dei compositori israeliani Boaz Avni e Ofer Ben-Amots sono messe a confronto con le densità spirituali e atemporali di Arvo Pärt. Col concerto del St. Jacob’s Chamber Choir diretto da Gary Graden nella Basilica di San Pietro, vengono presentati i risultati del Concorso internazionale di composizione per un’opera di musica sacra intitolato a Francesco Siciliani e promosso, lo scorso marzo, in collaborazione con il Pontificio consiglio della cultura e con il suo presidente, il cardinale Gianfranco Ravasi. L’auspicio di poter rinnovare, grazie a questo concorso, l’alleanza fra musica d’arte e liturgia è la ragione d’essere dell’iniziativa e di conseguenza l’esecuzione dei tre lavori finalisti sarà il momento culminante del festival.
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