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Ilva, il governo scende in campo per evitare la chiusura

Il governo ricorrerà alla Corte costituzionale contro la decisione del tribunale di Taranto di bloccare la produzione dell´Ilva, una decisione che sembra sproporzionata. Lo ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, in un´intervista al Gr Rai. “Alcune volte – ha detto Catricalà – queste sentenze non sembrano proporzionate rispetto al fine legittimo che vogliono perseguire e quindi chiederemo alla Corte costituzionale di verificare se non sia stato menomato un nostro potere: il potere di fare politica industriale”.
Dopo la decisione del Gip di Taranto che ha congelato lo stabilimento confermando il blocco della produzione e togliendo all´ex prefetto Ferrante l´incarico di commissario, è intervenuto il governo. Il premier Mario Monti ha deciso di mandare a Taranto il 17 agosto i tre ministri competenti – Passera, Clini e il ministro della Giustizia Paola Severino la quale ha chiesto gli atti ai pm.
 
Per Corrado Passera la chiusura dell´Ilva rappresenterebbe un “danno irreparabile” dichiara in un colloquio con La Stampa. E l´esecutivo “farà di tutto per evitarla andando oltre la sterile contrapposizione tra istituzioni e magistratura. Ciascuno agisce nell´ambito delle sue competenze e trovare una via d´uscita che coniughi sostenibilità e lavoro è doveroso e possibile”.
Il  risanamento della situazione ambientale rimane essenziale ma l´Ilva, qualunque cosa dicano i magistrati, deve restare aperta. Altrimenti, ammonisce Passera, “il costo sociale che si creerebbe sarebbe molto maggiore di quello che si vorrebbe evitare, e che è evitabile, seguendo la strada del risanamento ambientale, sia delle aziende coinvolte che dell´intera area urbana”.
 
Contrario alla chiusura, il ministro dell´Ambiente Corrado Clini ha dichiarato in un´intervista a ´Uno mattina´ che la posizione del Gip di Taranto sull´Ilva, che vuole il blocco della produzione, è per lo spegnimento dell´impianto e non per la bonifica. Il ministro ha sottolineato: “non condivido affatto la posizione del Gip, che non è per il risanamento ma per lo spegnimento degli impianti”.
“Vanno rispettate le leggi – e l´autorità competente è il ministro dell´Ambiente, insieme con la Regione. C´è una distinzione di ruoli molto chiara” con la magistratura “e credo che vada rispettata”.
“Noi continuiamo a lavorare secondo il programma stabilito – ha aggiunto il ministro – e speriamo che la magistratura tenga conto del lavoro che si sta facendo. Dobbiamo evitare il tira e molla tra tribunali che non consente di affrontare i problemi”.
“Siamo in condizione – ha spiegato Clini – di arrivare in tempi rapidi al risanamento e alla riduzione dell´inquinamento ambientale. Se invece di proseguire su questo programma dobbiamo ricominciare a girare nei tribunali è chiaro che perdiamo molto tempo. Mi auguro – ha sottolineato – che la magistratura, che fa parte dello Stato, collabori con le istituzioni competenti, e se ritiene che le amministrazioni competenti non stanno facendo bene il loro dovere ha il dovere e il diritto di intervenire”.

 
“Stiamo lavorando su Taranto – ha concluso Clini – in maniera molto intensa. Ho chiesto e ottenuto da Ferrante che ritirasse i ricorsi contro il ministero dell´Ambiente e continuiamo a fare quello che stiamo già facendo, quello che la legge prevede”. L´obiettivo è “intervenire in maniera drastica sugli impianti per ridurre, fino ad azzerare, le emissioni inquinanti”.
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