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La prevedibilità di Angela Merkel

È la politica che condiziona l’economia? È la domanda che si pone George Friedman, ceo di Stratfor, nel commentare la decisione di Louis M. Bacon, il manager a capo della Moore Capital Management, uno dei più grandi e influenti hedge fund al mondo, di restituire due miliardi di dollari ai suoi investitori vista “l’impossibilità di prevedere la situazione europea”. Aveva spiegato Bacon al New York Times: “E’ incredibile quanto importante è diventato il potere di decisione di una singola persona, Angela Merkel, per i mercati del mondo”. Invece di vedere la Cancelliera tedesca come “una vittima di forze esterne che limitano le sue azioni, per gli investitori è l’Europa ad essere vittima dei capricci della Merkel”, spiega Friedman.
 
Secondo il ceo di Stratfor invece, “le scelte politiche sono prevedibili e la Cancelliera tedesca prende decisioni che riflettono le forze impersonali che la guidano. Se si comprendono queste forze impersonali – continua Friedman – è possibile prevedere i comportamenti dei politici e anche quelli dei mercati”.
“La chiave per predire il processo politico è comprendere i vincoli, le cose che non si possono fare. Chi pensa che i mercati siano resi imprevedibili dalla politica dimentica due punti. Primo, non c’è mai stato mercato indipendente dalla politica da quando è nata la società. Secondo, politica ed economia sono imprese umane e quindi hanno un grado di prevedibilità”.
 
Prendendo in esame i motivi della nascita dell’Unione Europea e il comportamento della Germania negli scorsi decenni, Friedman argomenta che la Merkel “non sta prendendo decisioni ma si sta muovendo su un copione scritto nella struttura stessa dell’Europa e dell’economia tedesca”. La verità, secondo Stratfor, è che “la crisi è stata causata dal sistema commerciale della Germania che ha subissato il mercato dell´Ue dei suoi beni, ha limitato la competitività europea attraverso rigide regole e per il fatto che per ogni euro negligentemente preso in prestito, un euro veniva negligentemente prestato. Berlino aveva bisogno dell’Ue più di qualsiasi altro Paese a causa della sua dipendenza commerciale e non avrebbe mai potuto permettere che l’Unione si decentralizzasse in Stati disconnessi”.
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