Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Siria, le frizioni tra Iran e Turchia

La crisi siriana si infittisce e, parallelamente al rilancio dell´emergenza curda, Ankara si trova a fare i conti con un altro problema connesso alla guerra in corso in Siria: i sempre più difficili rapporti con Teheran, insieme con Mosca il principale alleato del regime di Bashar al Assad in questo momento, tanto che da più parti viene denunciata la presenza di volontari iraniani a fianco delle truppe fedeli al regime siriano.
 
Oggi il quotidiano Milliyet riporta che la Repubblica Islamica ha deciso di sospendere gli accordi che permettono ai cittadini turchi di recarsi in Iran senza il visto. Si tratta ufficialmente di una sospensione temporanea, fino al 31 agosto, motivata con l´imminente riunione, dal 26 al 31 agosto a Teheran, del Vertice dell´organizzazione dei Paesi Non Allineati. Ma in precedenza, l´organizzazione di simili meeting non è stata accompagnata da misure sui visti. E, soprattutto, la decisione sui visti arriva in un momento in cui i rapporti tra Turchia e Iran, grandi amici e alleati fino allo scoppio della crisi siriana, sono a dir poco freddi.
 
Da mesi Teheran intima ad Ankara di stare fuori dalla crisi siriana. Due giorni fa, il ministro degli Esteri di Teheran, Ali Akbar Salehi, era impegnato in un delicato colloquio con l´omologo turco, Ahmet Davutoglu, per chiedergli una mediazione per la liberazione di 48 ostaggi iraniani, forse ex pasdaran, in mano ai ribelli siriani. Proprio nelle stesse ore, il capo delle Forze armare iraniane, Hassan Firouzabadi, ha lasciato intendere che la Mezzaluna, insieme con l´Arabia Saudita e il Qatar, sono coinvolte nelle violenze in Siria, per appoggiare gli obiettivi di guerra di Washington. Da parte sua, Teheran ha tutto l´interesse a difendere l´attuale regime di Damasco: caduto Assad, è il timore iraniano, la Siria non sarebbe più il baluardo anti-Israele in Medio Oriente.
 
Le parole del generale in Turchia sono state accolte con grande indignazione. “Questi dirigenti – ha spiegato Davutoglu – in Turchia come in Iran dovrebbero pensare più volte prima di dire certe cose. Abbiamo spiegato la nostra posizione sull´argomento a Salehi in modo franco e amichevole”. Anche il premier Recep Tayyip Erdogan ha definito le parole di Firouzabadi “preoccupanti e deplorevoli”, ricordando come Ankara abbia sempre difeso con decisione la Repubblica islamica, soprattutto per quanto riguarda la sua politica sul nucleare.
 
Eppure adesso Turchia e Iran sono a un passo dalla rottura, segno che a Teheran – nonostante le promesse e le rassicurazioni di Salehi – è molto più preoccupata per gli equilibri in Siria e la possibilità che imploda lo status quo a Damasco piuttosto che l´alleanza con la Mezzaluna, che tra l´altro scricchiola da prima della crisi siriana. Le tensioni sul conflitto in Siria si sommano infatti ad altri attriti, da mesi puntuali, per l´influenza sulla regione, in particolare sull´Iraq, dove la Turchia appoggia apertamente la fazione di Iyad Allawi, contrapposto ad Al Maliki, supportato da Teheran e che per il momento sembra mantenere saldo il controllo del Paese.
 
Ma la crisi siriana pare aver raffreddato definitivamente i rapporti tra due Paesi che in fin dei conti aspirano ad aumentare il loro peso nel mondo musulmano. “E´ un nostro diritto aspettarci che Teheran assuma un´attitudine costruttiva davanti al sangue musulmano che è stato versato in Siria durante questo Ramadan”, ha detto il ministro degli Esteri Davutoglu.
×

Iscriviti alla newsletter