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… e la Cassazione condanna Sallusti

La Cassazione ha reso definitiva la condanna a 14 mesi di reclusione senza condizionale per diffamazione ad Alessandro Sallusti, il direttore de Il Giornale. La Procura di Milano sospenderà l´esecuzione della pena in quanto il giornalista non risulta avere cumuli di pena nè recidive. La sospensione sarà concessa in automatico non appena la sentenza della Cassazione arriverà negli uffici della Procura di Milano e avra´ una durata di 30 giorni. In questo arco di tempo, i legali del direttore del Giornale potranno presentare ricorso al Tribunale di Sorveglianza per chiedere una misura alternativa alla custodia cautelare in carcere: l´affidamento ai servizi sociali, gli arresti domiciliari o la semilibertà. Respinto completamente il ricorso presentato dalla difesa di Sallusti. Negate anche le attenuanti generiche come richiesto dal Pg Gioacchino Izzo che avrebbero potuto evitare il rischio carcere al direttore de Il Giornale.
 
Alessandro Sallusti è stato inoltre condannato a pagare 4.500 euro di spese processuali. La Corte inoltre ha disposto un nuovo appello bis per Andrea Monticone, il giornalista di Libero, di cui all´epoca Sallusti era direttore, che si occupò del caso di aborto della 13enne di Torino. Nel dettaglio, la suprema Corte ha confermato la sentenza della Corte d´appello di Milano del 17 giugno 2011 che aveva inflitto 14 mesi senza condizionale a Sallusti per la diffamazione a mezzo stampa a causa di un editoriale siglato con uno pseudonimo, apparso nel febbraio del 2007 su Libero.
 
Secondo la Cassazione, dunque, non ci sono dubbi che l´autore della diffamazione sia stato il direttore del Giornale al quale ha negato anche lo sconto di pena. In primo grado, il 26 gennaio 2009, il Tribunale di Milano aveva invece condannato Sallusti a 5.000 euro.
L´editoriale siglato con uno pseudonimo invocava la pena di morte per Giuseppe Cocilovo, il magistrato di Torino in servizio presso il giudice tutelare che si era occupato del delicatissimo caso di interruzione di gravidanza di una 13enne torinese.
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